Estratto verbale dell’adunanza del 22 marzo 2012
– OMISSIS –
Ho letto con attenzione la relazione del signor Sindaco nella quale presenta il bilancio e la mia impressione è stata quella che se non avessi presente che è stata scritta da Lei, mi sembrerebbe scritta da Robin Hood, il quale denuncia un uso scorretto delle risorse pubbliche che il principe Giovanni ha fatto a scapito della fiducia del popolo. La relazione l’ho letta due volte e la considero forte, interessante e addirittura impietosa, perché Lei fa una valutazione oggettiva della situazione ed il giudizio è piuttosto crudele, perché rivela lo stato delle cose.
Giustamente Lei dichiara che siamo in un momento di estrema crisi, addirittura lo paragona al dopoguerra, dicendo che dovremmo riprendere il coraggio e anche la capacità etica e morale caratterizzanti quel periodo. Io direi che in questa relazione c’è una critica alla politica fin qui portata avanti, ossia a quella politica nella quale hanno governato suoi predecessori ed ora anche Lei.
Signor Sindaco, Lei scrive: “Chi governa dovrebbe preoccuparsi di preparare il futuro”, ma evidentemente se noi oggi ci troviamo in questa situazione, anche nella nostra Provincia, dove l’Autonomia in un certo senso ci ha tutelati maggiormente, è perché probabilmente non si è fatto abbastanza per creare i presupposti per evitare tutto ciò.
Mi sono segnato alcune frasi che mi sono piaciute, proprio perché secondo me rivelano lo stile con cui è stata condotta la cosa pubblica: “La politica del windsurf che cerca di capire da quale parte tira il vento e va in quella direzione” Lei dice che questo non dovremo più farlo, ma se dice così è perché finora è stato fatto così. Poi, visto che ha fatto appello ad una politica in favore dei giovani, giustamente dice: “I nostri figli non riceveranno una ricca eredità, bensì il compito di ereditare i debiti che abbiamo fatto noi”. In tale senso osservo che quando ci sono delle disgrazie Lei coinvolge anche la minoranza, utilizzando il “noi” quando invece qualcosa va bene allora fa riferimento solo alla maggioranza: in questo caso, dal momento che le decisioni politiche spettano alla maggioranza, sarebbe più giusto dire “i debiti che avete fatto voi”. “Una crisi è anche un’occasione per guardarsi dentro” su questo ha ragione, però questo va fatto con coraggio, signor Sindaco, per capire chi siamo e dove vogliamo andare. “La crisi deve essere utilizzata come chance per recuperare ulteriori livelli di equità, efficienza e concretezza”: signor Sindaco, in tutte queste frasi io colgo un’autoaccusa per ciò che non avete fatto, ossia non
avete avuto equità, efficienza e concretezza. Lei ha detto anche che: “La politica ha bisogno di riconquistare una perduta credibilità” e presumo non si riferisca alla politica fatta da Silvio Berlusconi, dunque colgo in questa frase un’accusa alla vostra stessa azione di governo, perché non siete stati credibili, quindi Lei si propone di attuare una discontinuità creativa al fine di esserlo. “La politica deve dare esempio di misura, di sobrietà e di rigore” anche in questo caso, signor Sindaco, tutto ciò vi è mancato. Prosegue dicendo che: “Solo a queste condizioni potrà chiedere ai cittadini e alle famiglie di farsi carico di una parte importante di sacrifici e rinunce” il problema è che voi avete già cominciato a gravare ulteriormente di sacrifici i cittadini, prima ancora di vedere sobrietà, creatività, discontinuità e rigore. Diciamo che la gente si trova a dover pagare il conto prima che la politica faccia il suo dovere.
Signor Sindaco, quando ho letto questa relazione mi è venuto il dubbio che non sia stata scritta da Lei, perché è come darsi le bacchettate sulle mani: ci si può ben girare intorno a queste frasi, ma non lasciano molto spazio all’interpretazione e nemmeno all’autodifesa. Tra l’altro, Lei si sorprende degli effetti della politica passata: “Siamo in difficoltà quando dobbiamo scegliere con le risorse che abbiamo [..] siamo spiazzati davanti a un sistema di attese diffuse che chiedono alla mano pubblica la stessa capacità prestazionale di un bancomat tendenzialmente illimitato” io direi che questo non lo possiamo riversare come colpa sulle famiglie, perché Le assicuro che questo bancomat tendenzialmente illimitato non è certo a favore delle stesse e bene ha fatto il Consigliere Dal Rì a citare gli sprechi con cui le risorse pubbliche sono state distribuite a destra e a manca (naturalmente più a manca). Lei poi si meraviglia di un’altra cosa: “Siamo relativamente incerti di fronte ad una crescente rigidità dei modelli di spesa” ma vi svegliate solo ora? “Siamo a disagio di fronte alla necessità di agire sulla leva tariffaria e tributaria” sembrate il sommo sacerdote del tempio che si straccia le vesti di fronte ad una cosa che già si sapeva, solo che adesso dovete mostrare la vostra sofferenza nel far soffrire e la vostra difficoltà nel mettere in difficoltà i cittadini. Voi dovete giustificare la vostra incertezza, quando però le famiglie hanno la certezza di far fatica ad arrivare a fine mese: questo francamente lascia sbigottiti. “
Le famiglie sono sotto lo stress di una contingenza economica difficile” però poi le carica ulteriormente, ma l’IMU era un’occasione per dimostrare un’attenzione nei confronti di chi ha acquistato una prima casa, magari con un mutuo ventennale e con figli a carico, eppure non avete avuto pietà; non avete tenuto presente la contingenza economica difficile, quindi avete “munto tutto ciò che si poteva mungere”. Onestamente sembrate un po’ il coccodrillo che piange dopo aver sbranato una preda.
Dopodichè nella relazione Lei riconosce una pressione fiscale ai massimi europei, ma nonostante tutto ci avete messo anche del vostro. “Avevamo sempre avuto una mano molto leggera dal punto di vista della compartecipazione dell’utenza al costo dei servizi, ma è molto più facile abituarsi a chiedere, specie se si è quasi certi di ottenere”: non credo si riferisca alle famiglie, me lo auguro, perché sarebbe davvero ingiusto. “Perché abbiamo il timore di dover forzare il prelievo su categorie che non possano sottrarvisi” d’altra parte, come ha insegnato il Presidente Monti, se servono soldi bisogna recuperarli non dove ce ne sono tanti, ma dove sono tanti a poterne versare, quindi dalla povera gente.
Io ritengo che nella sua relazione ci sia un’accusa di irresponsabilità per gli appetiti insaziabili dei cittadini: non è così, signor Sindaco, perché se oggi il cittadino è quello che è, lo è perché voi lo avete reso così; voi lo avete voluto così! Signor Sindaco, se questi appetiti ci sono, qualcuno li ha coltivati e comunque Le assicuro che questi appetiti delle famiglie non vengono certo abbondantemente saziati, anzi so che per ottenere un buono di servizio, un’agevolazione, un cittadino davvero deve “vendere l’anima al diavolo” per essere riconosciuto “avente diritto”.
Signor Sindaco, si è accorto solo ora che niente è più come prima? La cittadinanza questo lo ha notato già molto tempo fa, non certo nel 2012. Lei poi richiama il rigore: “Scrivere questa proposta di bilancio è stato faticoso, ci siamo sottoposti a un esercizio di rigore” quindi io sono andato a rileggere la sua relazione dell’anno scorso e mi spiace dirlo ma Lei ha fatto un copia e incolla” di questa frase. La relazione dell’anno scorso aveva gli stessi toni di quella di quest’anno, però nonostante tutto avete mantenuto le stesse abitudini e guardi che a dirlo non sono io, signor Sindaco, bensì un economista di un certo livello che opera in Provincia di Trento e che personalmente definisco come la “mente grigia del Governo provinciale” nel senso positivo della parola, perché lo ritengo una persona di notevoli capacità.
Sto parlando dell’economista Cerea, al quale un giornalista ha fatto notare che l’anno scorso il Comune ha varato una manovra di tagli in cui ha sfrondato spese e contributi, quindi ha così risposto: “Non hanno neanche cominciato a tagliare”. Credo sia stato abbastanza lapidario, quindi senza alcun dubbio ha affermato che il Comune non ha nemmeno iniziato ad perare dei tagli (trovate questo articolo sul Trentino di venerdì 20 maggio 2011). L’economista aggiunge: “Quando leggo che si è dato uno stanziamento ad una società per una ricerca sull’equocanone, quando la Provincia sta facendo la stessa cosa con Tecnofin, mi chiedo che senso abbiano queste cose”. Cerea conclude in modo abbastanza duro che forse dovrebbe far riflettere chi Governa questa città: “Sono esercizi di potere”.
Le spese assurde e inutili di quest’Amministrazione sono notevoli: noi non abbiamo il tempo di correre dietro alle vostre delibere e determine per poterle verificare, ma ogni tanto qualcosa si coglie, vuoi perché riportato dai quotidiani, vuoi perché sbirciando tra queste documentazioni un Consigliere si pone la domanda “come mai?”. Ecco che a mio avviso sono tanti i segni di malgoverno della cosa pubblica ma sono stato meravigliato di un incarico esterno di 300.000 euro per uno studio sull’inquinamento luminoso notturno. Signor Sindaco, Le Consiglio di fare un giro la sera in via Giusti e di contare quanti faretti risultano accesi per illuminare quello spazio di pochi metri antistante il cimitero: sono circa 36 faretti, quindi è inutile poi commissionare ad un esperto, per 300.000 euro, uno studio sull’inquinamento luminoso notturno. Con questi incarichi “fate ridere i polli”! Signor Sindaco, bisognerebbe avere un po’ di coerenza: vogliamo contenere la spesa dell’illuminazione notturna, allora cerchiamo di razionalizzarla, perché l’esempio di via Giusti, che voi tollerate, non vi fa certo onore.
Sempre l’economista Cerea dice: “Il Comune prenda il machete e tagli, altro che nuove tasse. Non è possibile che Trento spenda come Venezia, non avendo neanche il vaporetto” credo che Venezia non sia una città semplice da gestire, anche perché ha 170.772 abitanti, ma noi spendiamo di più avendo 50.000 abitanti in meno. Viene quindi fatto notare all’economista che il Comune rivendica l’alto livello dei servizi offerti: “Siamo convinti che i Vigili Urbani siano un servizio di alto livello? Siamo convinti che avere un sistema informatico gestito in economia all’interno dell’Amministrazione sia un servizio di alto livello? Si tratta di prendere il machete e portare abbondantemente delle strutture pletoriche di cui il Comune si è adottato nel corso del tempo”. Signor Sindaco, nel bilancio che Lei ha proposto assieme alla sua maggioranza credo avrebbe dovuto tener conto di queste considerazioni, però ciò non è avvenuto, purtroppo.
Sono convinto che molte volte certe strutture amministrative sono sì rivolte alla città, ma la mia sensazione è che siano anche utilizzate per consolidare ed estendere il potere da parte di chi già lo detiene. In tutti questi anni che ha governato la città, Lei ha ascoltato poco, ha governato tanto, ha promesso molto e dato ancor di più, ma questa io la considero una logica clientelare, quindi ora Lei si propone come guru del dialogo per affrontare la crisi invitandoci ad ascoltare e dicendo “La democrazia dell’ascolto obbliga chi governa e chi amministra al dialogo, al confronto e infine alla comprensione”. Si propone anche di parlare poco, di promettere niente, infatti dice che: “Da ora in avanti sarà necessario definire le priorità e poi associare gli stanziamenti costruiti su presupposti non scontati” meno male che vi siete svegliati! Personalmente Le auguro successo, ma non Le credo, perché sono dell’idea che si possa perdere il pelo ma non il vizio. Sono convinto che alla fine Lei non si impegnerà in quanto proposto perché questo significherebbe cambiare modo di fare politica nei confronti dei cittadini, questo giustificherebbe probabilmente non essere più eletto.
Devo confessare che nel leggere la sua relazione ho trovato qualcosa che mi ha dato veramente fastidio: “Il Comune deve perseguire un processo di educazione alla cittadinanza responsabile”. Francamente più che educare i cittadini, dovrebbero essere i politici a tornare ad uno stile diverso, non clientelare, quindi con le sue parole Lei si autoaccusa e così anche chi l’ha preceduta. Mi domando allora come abbiate guardato voi al cittadino in questi anni e dunque non posso che rispondermi usando di nuovo le sue parole: “Vedere il cittadino solo come potenziale sostenitore e dunque nell’alimentare illusioni e paure o pregiudizi per puro calcolo elettorale”. Il fatto che Lei dica che non vuole questo, mi fa pensare che forse abbia fatto proprio questo in precedenza.
Signor Sindaco, Lei poi fornisce alcune ricette per ripartire e lo fa con queste parole: “Ripartire da qui, da una nuova e diversa capacità di analisi e di sintesi politica”. Ciò significa cambiare quella concezione che vede il cittadino solo come potenziale sostenitore per ripartire con una nuova e diversa capacità politica “che sappia accettare la sfida di muoversi in un territorio sconosciuto è mai esplorato” proprio per dire che tutto ciò che ho descritto prima, voi l’avete fatto negli anni passati. Lei ha dato un titolo alla sua relazione al bilancio: costruire politiche in tempo di crisi, Le auguro di farcela, naturalmente non per Lei bensì per la città.
– OMISSIS –