Estratto verbale dell’adunanza del 18 luglio 2012
– o m i s s i s –
Non è la prima volta che abbiamo modo di intervenire sulla questione degli asili nido, oggi lo facciamo sull’affidamento della gestione di due nuove realtà. Personalmente considero l’asilo nido una necessità di fronte all’impossibilità di molte famiglie di poter accudire il figlio a casa: sappiamo che l’ideale sarebbe avere una politica in grado di favorire la domiciliazione del figlio almeno nei primi tre anni. Purtroppo questa non è la politica che attualmente vige a livello nazionale, tanto meno a livello provinciale.
Io sono convinto che per una donna dover affidare il proprio bimbo ad un nido in un certo senso significa rinunciarvi nei primi tre anni della sua vita, che in particolare sono quelli nei quali la mamma maggiormente vorrebbe tenere con sé il proprio piccolo. Alcune mie colleghe mi raccontano che quando hanno dovuto riprendere l’attività professionale per loro è stato un dramma, perché hanno dovuto privarsi della possibilità di rimanere con il proprio figlio.
Questo è anche un trauma che vive lo stesso bambino, tra l’altro in quest’aula abbiamo sentito dire che è importante l’asilo nido e permettetemi di dire che mi ha fatto sorridere quando si è detto che il bambino impara a socializzare e a mangiare di tutto: onestamente credo che un bimbo abbia tutta una vita per imparare a socializzare e a mangiare di tutto; credo invece che perda qualcosa di importante nei primi tre anni di vita. Io non sono uno psicologo ma in Aula abbiamo anche delle persone che hanno competenze in materia che credo possano confermare quello che sto dicendo, ecco che il ricorso all’asilo nido è una situazione che viene imposta da un sistema secondo il quale a una donna non è concesso rimanere a casa dal lavoro i primi tre anni di vita del bimbo, pena il licenziamento. Ribadisco quindi che questo sistema, anche legislativo, penalizza la donna: su questo non c’è dubbio!
Naturalmente dobbiamo tenere presente anche il padre e per esempio posso dirvi che io per poter stare con le mie bambine, dal momento che mia moglie doveva lavorare, mi sono preso un mese di aspettativa non retribuita. Naturalmente questo l’ho fatto volentieri, però va detto che io l’ho fatto per un mese, mentre una madre che volesse stare a casa tre anni, non lo potrebbe fare perché magari deve pagare il mutuo, le spese e quant’altro, quindi è costretta a dover affidare il proprio piccolo alle cure dell’asilo nido. Per questi motivi credo che qualunque madre non possa non riconoscere che se le fosse data la possibilità di rimanere a casa con il proprio figlio, volentieri vi rimarrebbe. Tutto questo non è possibile ed ecco allora che l’istituzione dell’asilo nido diventa una risposta a queste esigenze reali, ovvero aiutare i genitori a non perdere il posto di lavoro e garantire una struttura all’interno della quale vi sono delle persone che si prendono cura dei bambini.
Noi oggi ci troviamo a deliberare l’affidamento della gestione di due asili nido per un totale di 86 posti, al costo di circa 7 milioni di euro per 7 anni. Durante questo periodo ogni bambino verrebbe a costare circa 12 mila euro all’anno e di dico subito che il mio ragionamento non riguarda i costi, perché per un bambino ritengo sia giusto spendere tutto ciò che si rende necessario per garantirgli una vita armonica e serena. Parte di questo costo ricade sull’Amministrazione e parte sulle famiglie, quindi non solo questa è una politica che non avvantaggia di sicuro la famiglia e il bimbo, ma toglie anche ricchezza perché alla fine la famiglia si trova a dover decidere di lavorare per non perdere il posto di lavoro e allo stesso tempo di destinare gran parte di quello che guadagna al servizio di asilo nido.
In sostanza due volte la famiglia viene penalizzata: prima perché è costretta ad affidare ad altri il proprio piccolo, poi perché parte di ciò che guadagna per mantenere il posto di lavoro lo deve dare per mantenere il posto all’asilo nido. Naturalmente non faccio di questo una colpa dell’Amministrazione, è semplicemente un pensiero che mi sento di dover portare all’attenzione dell’Aula.
Personalmente, come ho già detto in passato, sono dell’idea che se potessimo dare la possibilità alla famiglia di avere le stesse risorse che l’Amministrazione riconosce all’asilo nido, credo che molte famiglie accetterebbero di tenere il proprio figlio a casa i primi tre anni della sua vita. Se questa è una politica che l’Amministrazione non intende intraprendere, allora i posti nido non saranno mai sufficienti.
Se ben ricordate io avevo presentato un ordine del giorno a tal proposito, nel quale chiedevo che i 150 mila euro destinati alla solidarietà internazionale venissero dirottati sulle famiglie che, non potendo accedere al servizio di asilo nido pubblico per mancanza di posti, sono costrette a rivolgersi a un asilo nido privato. Il Comune non ha accettato di fare questo e ha preferito continuare a mantenere la voce riguardante la solidarietà internazionale, quindi lasciando un’ulteriore possibilità di impoverimento delle famiglie.
Assessore, l’anno scorso abbiamo trattato due delibere nelle quali si parlava di costruire altri asili nido e, non essendoci alternative, naturalmente vanno bene, però bisogna tener conto che questo risulta un pozzo senza fondo: continuiamo a creare posti negli asili nido perché le famiglie sempre di più sono costrette a rinunciare a tenere il proprio bambino a casa i primi tre anni di vita.
Sono convinto che non finiremo mai di trattare delibere che impongono anche all’Amministrazione spese ingenti per il mantenimento dei bambini presso gli asili nido. Lo stesso ragionamento vale anche per gli anziani, guarda caso i due estremi della vita, nonostante la proposta di legge in Provincia che mira a sostenere la famiglia nell’assistere l’anziano a domicilio, infatti l’Amministrazione è costretta a creare continuamente nuove case di riposo. Noi dovremmo trovare un modo per frenare la necessità di nuovi posti negli asili nido così come nelle residenze per anziani, ma questo naturalmente comporta che si cambi politica in tal senso.
Questa è una convinzione che porto avanti da quando ho cominciato a trattare questo argomento e dunque chiedo che l’Amministrazione abbia il coraggio, al di là di questa delibera che mira a rispondere ad una richiesta specifica di posti negli asili nido, di cambiare strada, cercando un’alternativa, perché altrimenti non si finirà mai.
Assessore, Lei ha parlato di questa delibera declamandola in un certo senso, dicendo che avete fatto dei confronti e che i riscontri che avete trovato sono positivi: io mi fido di quanto Lei ha detto, non disponendo di altri dati, ma una cosa mi permetta di sottolinearla, ovvero non capisco perché questa Amministrazione abbia un atteggiamento discriminatorio nei confronti degli asili nido privati. Perché l’Amministrazione, anziché realizzare nuovi asili, assumere personale e caricarsi le spese della gestione ordinaria e straordinaria, non riesce a convenzionarsi con le realtà presenti sul territorio che io credo diano la stessa qualità? Io le mie due bambine le ho affidate agli asili nido privati e posso dire di aver trovato molta qualità, molta professionalità e molta serietà.
Anziché essere in competizione, il Comune dovrebbe cercare un punto d’incontro con queste realtà e vigilare affinché queste ultime offrano servizi di qualità.
Perché non smettere di costruire, spendendo soldi ora e anche in futuro per la manutenzione di queste strutture, e fare un patto con il privato? Se la Pubblica Amministrazione avesse il coraggio di guardare al privato con un maggiore rispetto e fiducia, potremmo mantenere i costi bassi e probabilmente l’Amministrazione avrebbe un minor dispendio di risorse.
Ricordo che quando avevo presentato l’ordine del giorno nel quale chiedevo di spostare le risorse dalla solidarietà internazionale verso quelle famiglie che necessitano di ricorrere ai servizi degli asili nido privati, qualche giorno dopo ho letto sul giornale di un asilo nido che chiedeva come mai il Comune non consente il ricorso ai buoni servizio, che oltretutto sono garantiti dall’Unione Europea. In occasione di quel dibattito l’Assessore mi aveva assicurato dicendo che si stava lavorando in quella direzione ma a tutt’oggi il problema sussiste, dunque non so se abbiate smarrito la memoria o se i problemi siano talmente insormontabili.
Ci sono asili nido privati che con i buoni di servizio potrebbero dare molte più risposte di quanto non possano fare oggi, invece conosco asili nido che stanno meditando di chiudere, perché non ce la fanno più. Se il privato godesse di una maggior attenzione da parte del pubblico, probabilmente sarebbe in grado di garantire gli stessi costi e probabilmente avremmo un maggior servizio in risposta alle famiglie.
Quando avevo presentato l’ordine del giorno per eliminare la voce destinata alla solidarietà internazionale, lo l’ho fatto perché mancavano posti negli asili nido, per cui non posso oggi come oggi votare contro questa delibera, perché comunque mi rendo conto che dà una risposta a un bisogno, però il mio voto a favore di questa delibera non mi convince perché questo sistema non aiuta minimamente, anzi danneggia la famiglia.
So che l’Assessore è molto attento a questi temi, ma naturalmente so anche che la realtà lo pone di fronte a delle scelte; ad ogni modo confido che abbia il coraggio di andare oltre questo modo di affrontare i bisogni delle famiglie.
– o m i s s i s –