Intervento sulle risorse destinate alla solidarietà internazionale

Estratto verbale dell’adunanza del 28 marzo 2012

– o m i s s i s –

Riprendo il discorso che avevo interrotto nel mio precedente intervento, in quanto ritengo che le risorse destinate alla solidarietà internazionale necessitino di una riflessione. Quando parliamo di solidarietà internazionale non possiamo non riconoscere in queste parole delle affermazioni nobili, dove però c’è anche il pericolo che dietro a queste si nascondano anche altri obiettivi. Rivestire i panni della Misericordia è commovente e facile, soprattutto quando si usano soldi degli altri. Giustamente in Conferenza dei Capigruppo il Sindaco faceva notare che ci sono famiglie con due stipendi contenuti che nonostante la loro difficoltà economica riescono ad accantonare qualche risorsa per la solidarietà. Io di ciò sono pienamente convinto, ma la differenza tra quello che succede nell’Amministrazione pubblica e nelle famiglie è che queste ultime fanno una scelta, mentre la prima impone una scelta e lo fa utilizzando le risorse di tutti. Personalmente non sono contrario a che si pensi anche a chi si trova in una situazione di povertà, però lascia abbastanza sbalorditi quando la stampa o le interrogazioni in Consiglio provinciale ci mostrano come la Provincia utilizza le risorse destinate alla solidarietà internazionale. Per fare un esempio, la Provincia ha stanziato delle risorse per una RSA in Etiopia, quando poi si sono recati in quel Paese per studiare il progetto, si sono resi conto che questa casa di riposo era destinata ad una zona rurale, dove quei pochi che riescono a raggiungere una certa età vengono tenuti in casa. Un altro ricordo che ho ben presente riguarda i 300.000 euro destinati ad una città cinese, la più ricca di quel Paese, che ha fatto sorridere perfino i cinesi. Un altro esempio riguarda un impegno di spesa per la nascita di un caseificio di Siria, quando sappiamo benissimo che i nostri caseifici sono in affanno.
Quest’anno la Provincia di Trento ha stanziato più di 11 milioni di euro e faccio notare che per lo sport la stessa Provincia ha stanziato solo 7 milioni di euro e credo che se in Trentino vi sono delle realtà che contribuiscono all’integrazione e alla socializzazione delle nuove generazioni, queste siano proprio le società sportive. Voglio credere che questi 11 milioni siano stanziati perché davvero si ha a cuore la solidarietà internazionale, tuttavia dovremmo anche porci alcune riflessioni perché si stanzia questa cifra in un momento in cui le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese; la disoccupazione cresce; il reddito è in calo; i giovani sono demotivati; gli anziani rinunciano ad avere assistenza perché le tariffe sono in aumento; nuove tasse riducono il tenore di vita; i bambini non riescono ad accedere all’asilo nido perché per loro non c’è posto; anziani ultrasettantenni non possono utilizzare l’autobus gratuitamente perché l’Amministrazione dice di non avere risorse, e via di seguito.
Capirete anche voi che pur riconoscendo il valore della solidarietà, dovremmo comunque misurare le nostre forze. Certo è che sollevare perplessità su questo argomento espone a facili e perfino  scontate accuse di insensibilità, durezza di cuore e quant’altro. Signor Sindaco, quando sollevai una critica al finanziamento di oltre 500.000 euro per progetti di riforestazione in Uganda, Somalia, Kenya, Tanzania e Amazzonia, Lei si rivolse a me dicendo che ero insensibile e duro di cuore: onestamente avrebbe potuto dirmi qualsiasi altra cosa ma non questa. Sono convinto che nel bilancio dell’Amministrazione comunale la risorsa “solidarietà internazionale” non dovrebbe esistere, non perché io sia insensibile ai bisogni e alle difficoltà della gente, ma perché ritengo che già la Provincia si occupi di questo e che lo faccia piuttosto abbondantemente, anche sacrificando altre situazioni presenti sul nostro territorio. Va poi detto che molte risorse destinate alla solidarietà internazionale vengono utilizzate per sostenere i “carrozzoni” che poi giustificano la loro stessa esistenza per realizzare dei progetti. Ad esempio, siamo stati a visitare il Centro per la formazione alla solidarietà internazionale e pur apprezzando il lavoro di quelle persone, guardando alcuni dati ha scoperto che per esempio su 300.000 euro consegnati dalla Provincia per la formazione, in realtà per  quest’ultima ne sono stati utilizzati realmente solo 39.000 euro.
Tornando al Comune, quest’ultimo dal 2009 al 2011 ha speso per la solidarietà internazionale oltre 622.000 euro; dal 2012 al 2014 prevede di spenderne altri 450.000, per un totale di oltre 1 milione di euro. Mi sono preso la briga di andare a cercare alcune delle sedi di queste ONLUS ma devo essere sincero che alcune non sono riuscito a trovarle, quindi mi auguro che siano tuttora esistenti, altrimenti mi viene da pensare male. Sono poi convinto che il Comune si occupi già di politiche nei confronti degli stranieri, ed è giusto che lo faccia, infatti ospitiamo profughi, stranieri di ogni provenienza, abbiamo personale ed uffici che si occupano di loro, hanno precedenza su alloggi pubblici e spesso hanno le utenze gratuite, il trasporto pubblico in molti casi viene reso gratuito e vi sono poi buoni per la spesa alimentare, buoni per l’abbigliamento e via di seguito. Quando però vi si presentano casi di persone che hanno bisogno di aiuto, voi dite che mancano i soldi, ma li avete per altre politiche, per questo mi ero espresso anche in Commissione dicendo che considero certe azioni una vera e propria rapina ai bisogni e alle necessità della gente. Addirittura viene da pensare che oggi  essere trentini sia una discriminante: questa è la mia riflessione, infatti per accedere a dei benefici, una persona deve vendere spesso l’anima infatti mi dicono: “mi viene richiesto ogni tipo di  parametro e solo se uno tenta il suicidio riesce ad avere quella precedenza che altrimenti non gli viene riconosciuta”.
Chiedere di riconoscere e assecondare le priorità non è populismo, egoismo o stupidità; è chiedere di occuparsi della città, delle famiglie e dunque dei bisogni dei singoli cittadini di Trento. Per questi
motivi Lei stato eletto, signor Sindaco, e non per fare il “ministro della misericordia” in giro per il mondo.
Voi avete dichiarato sulla stampa che non si può fare solidarietà solo a pancia piena ma non c’è pericolo, signor Sindaco, che a Trento le persone abbiano la pancia piena. Vorrei riportare un commento di un presidente di un’associazione di solidarietà internazionale che era presente sul blog de L’Adige e che commentava l’articolo sulla mia iniziativa di destinare i 150.000 euro per la solidarietà internazionale ad un Fondo per aiutare le famiglie che non possono accedere all’asilo nido comunale, nonostante abbiano i parametri ICEF in regola. A questa mia iniziativa il presidente di cui sopra così ha risposto: “Sono il presidente di un’associazione di solidarietà internazionale e concordo pienamente con la proposta: dobbiamo essere solidali a tutto campo e in questo momento ce n’è bisogno anche a casa nostra”. Un altro commento è il seguente: “Pochi asili nido, tante code per accedervi, poche Tagesmutter e pochi gli aiuti alle neo-mamme lavoratrici”. Un altro commento dice:  “Bisognerebbe fare l’uno e l’altro, ma se non ci sono abbastanza risorse va fatta una scelta e in questo caso quella per i nostri asili è quella giusta”. Credo che questo debba farvi riflettere perché voi siete chiamati a rispondere ai bisogni della città e non di altri.
Grazie.

– o m i s s i s –

Esito dell'iniziativa

 

Estratto della seduta consiliare del 28 marzo 2012

 

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