Fin dal 2012 in più occasioni mi sono occupato degli accampamenti abusivi, sorti qua e là per la citta, come quello all’ex Sloi. Angoli di territorio nascosti, di cui l’Amministrazione sapeva ma ha preferito ignorare e non intervenire. Baracche abitate da disperati che vivono in uno stato di miseria e degrado da togliere il fiato. Tante immondizie e tanta desolazione, immagini che ci ricordano che non siamo solo di fronte a rifiuti domestici ma piuttosto a persone che un falso buonismo, accogliente a tutti i costi, ha indotto a vivere in condizioni disumane. Questo a pochi passi dalla città dei primati, delle università e dei musei. Su questo tema ho presentato diverse interrogazioni a cui il sindaco ribatteva con l’immancabile leitmotiv “Trento è una città aperta e tollerante”. Affermazione con cui giustificava la sua inerzia.
Ora, dopo che nell’ottobre del 2015 ci è scappato il morto, pare che la baraccopoli all’ex Sloi venga sgomberata. Ma sarà un intervento risolutivo? Ne dubito! Gli abitanti di questi e altri accampamenti abusivi sono prevalentemente di nazionalità rumena che non disdegnano di bivaccare ovunque in condizioni disumane pur di racimolare qualche euro da inviare alla famiglia rimasta in patria. Per cui ce li ritroveremo accampati in qualche altro luogo della città.
La loro presenza si è affermata negli anni per l’assenza di contrasto e mancata certezza della pena che hanno reso appetibile il nostro territorio all’accattonaggio organizzato, tra l’altro, spesso è praticato in modo ripugnante, vessatorio, molesto e che arriva perfino a simulare deformità o malattie, adoperando anche mezzi fraudolenti per richiamare l’attenzione e suscitare compassione e pietà dei passanti in barba al regolamento di polizia urbana che lo vieta.
Dire che sono cittadini Europei, per negarci una politica di rispetto delle norme che ci siamo dati, è fuorviante per affrontare con onestà intellettuale il vero problema.
Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 21 febbraio 2016:
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 22 febbraio 2016: