Vorrei esprimere il mio pensiero in merito al recente turbine mediatico circa il problema della pedofilia emerso nell’ambito della Chiesa Cattolica. Sono dell’avviso che sia uno di quei pochi problemi, peccati che al solo pensiero mettono in movimento lo stomaco. È perciò inconcepibile che persone adulte (?), equilibrate (?), preposte all’educazione possano macchiarsi di tali nefandezze.
Dice bene la Sacra Scrittura quando afferma che il cuore dell’uomo è un abisso e quindi nessuna meraviglia: forse non abbiamo ancora toccato il fondo anche se sembra essere arrivati vicino. Quello che stupisce è il dilagare a macchia d’olio dell’orribile crimine per cui quasi ad ogni sorgere del sole ci si trova a dover dire: ancora! È mai possibile? E quello che stupisce ancora di più è che questa nefandezza è commessa da persone ritenute al di sopra di ogni sospetto per la scelta radicale da loro operata di configurarsi all’unico vero uomo, all’unico vero modello: Gesù di Nazareth e per la conseguente delicatissima missione che svolgono al riparo del sacro.
Un altro motivo di stupore: come certi media possano fare di ogni erba un fascio quando parlano di uomini di Chiesa. È vero, il problema esiste e fa bene la Chiesa a prenderne pubblicamente atto, ad attuare tutte le misure per eliminarlo alla radice. Non è certo con temporanei spostamenti di questi depravati o con il mettere al tacere la cosa che si risolve tale grave problema e, considerati i danni morali e psicofisici subiti delle vittime, forse sarebbe il caso di dedicare qualche tempo di più al discernimento.
A tal proposito è bene anche stimolare la Chiesa a migliorare, perfezionare e ammodernare alla luce delle moderne discipline i percorsi di formazione dei futuri ordinandi, perché questi non si prestino più al furto d’infanzia. Quello che non mi sembra giusto è il fatto di non ammettere che a fronte della denuncia di fatti sporadici, seppur gravissimi, non emerga la necessità di riconoscere alla Chiesa il merito enorme per tutto il bene profuso nei secoli per l’opera caritativa, per l’educazione e la formazione di intere generazioni. Cosa che continua tutt’oggi.