Signor direttore, è proprio il caso di dirlo «a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha». Mi sto riferendo all’incomprensibile politica del comune verso i suoi dipendenti ai quali, dovendo per necessità utilizzare il mezzo privato per recarsi al lavoro, è precluso l’uso del parcheggio alle stesse condizioni con cui, invece, ne permette l’utilizzo ai dirigenti con il solo esborso di qualche euro al mese. Questo è quello che si va mugugnando tra i lavoratori. Eppure entrambi lavorano per lo stesso «padrone». I dipendenti, nella stragrande maggioranza, non beneficiano dell’orario flessibile per cui l’impiego del mezzo pubblico può risultare problematico, inoltre godono di un reddito medio lordo annuo di circa 23 mila euro, in parte speso per il parcheggio durante le ore lavorative. I dirigenti a differenza godono di un orario svincolato che, volendo, permetterebbe loro un uso disinvolto del trasporto pubblico e a questo si aggiunge la disponibilità di un reddito decisamente più sostanzioso: reddito medio lordo annuo di oltre 83 mila euro. Una bella ifferenza. Dunque, non si può rimanere indifferenti di fronte al fatto che a pagare siano sempre i più deboli. Ironia della sorte è poi constatare che quando ai poveri dipendenti vengono riconosciuti dei benefici questi si riversano a pioggia anche sui più fortunati. Dunque non si capisce perché ci debba essere una disparità per l’uso del parcheggio.
Esito dell'iniziativa
Fonte:
Claudio Cia – “Trentino” – 9 novembre 2011
Pubblicata anche su “l’Adige”
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