La stazione ferroviaria diventa dormitorio. La Provincia di Trento può garantire un’accoglienza dignitosa?

Chi entra nella stazione ferroviaria di Trento nelle ore notturne si ritrova ormai regolarmente in un ambiente che assomiglia sempre più a un dormitorio. Persone senza fissa dimora e senzatetto si sono ormai “impadroniti” di una parte della stazione, trasformandola in un alloggio di fortuna e adattandosi a dormire su letti fatti di solo cartone, o magari senza neppure quelli.

La situazione sta peggiorando giorno dopo giorno, aggravata dal fatto che i bagni della stazione rimangono chiusi durante la notte, fino alle 6 del mattino, con le conseguenze facilmente immaginabili sull’espletamento di bisogni fisiologici in altre parti della struttura. Ho recentemente acquisito documentazione fotografica di questa situazione, che credo dovrebbe interrogare tutti coloro che, per responsabilità istituzionale, per competenza o per sensibilità sul tema dell’accoglienza, si occupano o si interessano dell’andamento dei flussi migratori e dello sviluppo delle nuove povertà.

Proprio in questi giorni, la Francia e la Gran Bretagna invocano la collaborazione degli altri Stati Ue, anche alla luce della drammatica situazione venuta a crearsi a Calais. D’altra parte, l’Italia chiede da tempo una maggiore considerazione, e pertanto una più ampia condivisione, circa la propria opera di accoglienza di ondate di migranti che riempiono fino all’inverosimile imbarcazioni quasi sempre poco sicure, nelle quali spesso si muore di stenti, o perché gettati in mano dagli scafisti, i quali hanno creato un’attività molto remunerativa giocando sulla disperazione di donne e uomini che vedono nell’Europa una sorta di Terra Promessa. Siamo di fronte ad un’enorme emergenza umanitaria.

Grazie anche, e soprattutto, alle sollecitazioni del nostro Governo, l’Italia è riuscita a coinvolgere nella distribuzione dei migranti anche gli altri Paesi dell’Ue, ma la questione principale è che il flusso non conosce sosta. Il Governo Renzi ha predisposto un piano per la collocazione dei migranti tra la varie regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Il problema, dal punto di vista trentino, è la carenza di centri di accoglienza. Attualmente quello di Marco di Rovereto, allestito dalla Protezione Civile, accoglie 170 persone ed è già molto affollato. Complessivamente sono stati accolti 610 migranti su un contingente massimo che, proprio nei giorni scorsi, è salito da 727 unità a 810. Ciò significa che potrebbero in qualunque momento essere inviati in Trentino altri 200 migranti. La Provincia intende distribuire nei vari territori le persone da accogliere, evitando concentrazioni eccessive in singole località, per facilitare i processi di integrazione ed evitare reazioni di ostilità da parte dei residenti, che non devono sentirsi invasi.

Quanto sin qui ricordato, lascia comunque tutta una serie di interrogativi, sia rispetto alla modalità con cui il Governo nazionale continua ad incrementare il numero di migranti da assegnare alle Regioni e alle Province autonome, sia riguardo alle modalità operative con cui organizzare l’accoglienza. Si intende, con questa interrogazione, affermare che qualsiasi accoglienza, per essere realmente tale, deve essere responsabile e cosciente e deve partire dal rispetto della dignità di chi viene accolto.

Le immagini della stazione ferroviaria, ridotta a dormitorio, non possono non interrogarci a tale proposito, anche perché quando l’accoglienza lascia spazio ad una carità pietosa nella quale la persona è misconosciuta nella sua dignità, è probabile che la persona medesima metta in atto comportamenti socialmente censurabili o comunque disturbanti per i cittadini della comunità che la accoglie.

I temi qui sollevati sono ben presenti anche nella presa di posizione molto chiara assunta dal Consigliere Walter Kaswalder, Presidente del Patt, il quale ha affermato che “sugli immigrati e profughi dobbiamo scegliere: o una trattativa con il governo centrale o una decisione in linea con le Regioni che hanno scelto la via dura nei confronti di Roma” (Lombardia e Veneto hanno deciso di non collaborare con lo Stato nell’assicurare l’accoglienza dei richiedenti asilo, pur se le prefetture continuano ad assegnarli anche a quei territori).

Si ritiene che la Provincia non possa limitarsi ad attendere l’assegnazione di ulteriori migranti, secondo quantificazioni stabilite unilateralmente dallo Stato, la cui tendenza è quella di aumentare le richieste indirizzate a Regioni e Province autonome senza porre dei limiti relativi alla sostenibilità dell’accoglienza nei diversi territori. È fondamentale che la Provincia stabilisca un tetto massimo, attraverso una puntuale ricognizione delle possibili strutture di accoglienza e acquisendo dai Comuni dati precisi circa le opportunità ivi presenti, siano esse di origine pubblica o privata.

Premesso quanto sopra, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

  1. se e come si pensi di svolgere una ricognizione delle possibilità di accoglienza di migranti in ciascun comune della Provincia autonoma di Trento;
  2. se e come si pensi di intraprendere una trattativa con il Governo nazionale, per arrivare a definire – sulla base di quanto indicato al punto 1. – un tetto che fissi il numero massimo di migranti che la nostra provincia può accogliere secondo responsabilità e coscienza;
  3. quali garanzie la Provincia autonoma di Trento abbia potuto/possa acquisire dal Governo nazionale circa la natura di profughi dei migranti che vengono indirizzati verso la nostra terra;
  4. se e come la Provincia intenda farsi parte attiva affinché la Stazione ferroviaria di Trento non costituisca più un bivacco notturno e sia data ai senza tetto che vi si trattengono durante la notte una possibilità di accoglienza più dignitosa;
  5. se e quali erogazioni di denaro pubblico siano previste a favore dei migranti accolti in provincia di Trento;
  6. se non si ritenga opportuno, data la rilevanza del tema in argomento, prevedere una seduta straordinaria del Consiglio provinciale ad esso dedicata, nella quale vi sia la possibilità di approfondire, tra le altre, le questioni poste dalla presente interrogazione.

Esito dell'iniziativa

 

Interrogazione depositata il 5 agosto 2015. In attesa di risposta. Segui l’iter sul sito del Consiglio provinciale: interrogazione n. 1880/XV

 

Risposta ricevuta il 18 novembre 2015: risposta interrogazione n. 1880 – accoglienza migranti

 

 

 

L’articolo su “Secolo Trentino”: Trento, Claudio Cia: se la stazione ferroviaria diventa dormitorio

 

L’articolo sulla pagina online del quotidiano “Trentino”: La stazione trasformata in dormitorio

 

 

 

L’immagine:

 

stazione dormitorio

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