Penso che la migliore risposta all’intervento di Samuele Daves, che su “l’Adige” di giovedì tuonava contro la sospensione – a suo dire «incivile» e irrispettosa verso i transessuali – del disegno di legge provinciale sull’omofobia, sia contenuta nelle parole di Alessandra Angeli, nota ai telespettatori del programma «Pechino Express», che, nata biologicamente maschio si è sempre riconosciuta donna, in una recente intervista ha dichiarato: «Si può parlare e cercare di sensibilizzare la gente su alcuni temi che sono stati rappresentati male, raccontati male. Ma la transessualità o l’omosessualità non sono opportunità lavorative».
Ritengo queste parole una risposta adeguata perché è proprio questo a cui, fra le altre cose, il ddl provinciale contro le discriminazioni sessuali mirava: considerare aprioristicamente la transessualità motivo di discriminazione riservando alle persone che vivono in questa condizione privilegiate «opportunità lavorative»; il che sarebbe una palese discriminazione verso coloro che transessuali non sono. Noto inoltre astuta l’omissione di Daves, che annovera l’identità di genere fra i «diritti civili» ma non spiega che la proposta legislativa di cui lamenta la mancata approvazione prevedeva che l’identità gender divenisse oggetto di propaganda sistematica all’interno delle scuole.
Andare a instillare nei più giovani il dubbio che, pur essendo maschi e femmine, essi potrebbero in realtà covare un’identità differente e imprecisata, costituisce forse un diritto o, come invece a me pare, un abuso? E che ne è del primato del diritto dei genitori sull’educazione? Come padre ancora prima che come cittadino, pur non avendo nulla da dire sulla libertà di ciascuno di percepirsi come crede anche rispetto alla propria identità sessuale, rivendico il diritto di ciascuna famiglia a insegnare ai propri figli i valori morali che ritiene più giusti.
La storia del Novecento è lì a ricordarci che tutte le volte che la scuola e lo Stato pretendono di inculcare nelle giovani generazioni una determinata idea, quest’idea puzza d’ideologia e io non dimentico gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del ventesimo secolo.