Recentemente ho presentato un disegno di legge per introdurre, anche in Provincia di Trento (come già fatto in Alto Adige), la concessione di un contributo alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti che risiedono in Trentino e che si spostano dal luogo di residenza a quello di lavoro situato sul territorio provinciale per almeno centoventi giorni in un anno solare.
L’obiettivo della proposta normativa è quello di creare condizioni di pari opportunità fra i cittadini trentini attraverso il superamento delle barriere rappresentate dalle distanze fisiche dai luoghi di lavoro, introducendo un riequilibrio mediante l’abbattimento dei costi sostenuti per le spese di trasporto che altrimenti incidono fortemente sui bilanci familiari. Trattasi quindi di un’agevolazione rivolta ai cittadini che, per motivi di delocalizzazione della loro residenza rispetto al luogo di lavoro, o patiscono un disagio per cui si alzano alcune ore prima e aspettano i mezzi pubblici per decine di minuti, o addirittura sono costretti a prendere l’automobile e a recarsi sul luogo di lavoro con il mezzo privato. Entrambe queste azioni hanno peso, sia in termini economici, sia in termini di tempo.
E’ evidente che la particolare struttura orografica e morfologica del Trentino, in quanto territorio di montagna, unita alla distribuzione demografica tra aree urbane e rurali, che va mantenuta, richiedono sforzi straordinari – anche dal punto di vista finanziario – per valorizzare le aree rurali. Uno degli obiettivi fondamentali della politica provinciale deve essere quello di garantire alla gente trentina la possibilità di rimanere, creando ricchezza e valore aggiunto, nel proprio luogo di nascita e permettere il progresso di quella località che li vede protagonisti dell’ambiente e del tessuto sociale.
Negli scorsi decenni, la politica ha tentato di ridurre le distanze all’interno del territorio provinciale puntando prevalentemente sull’incentivazione del ricorso al trasporto pubblico. E’ tuttavia da notare che – attualmente – vi sono ancora molte località che non sono servite appieno dai mezzi pubblici (anche e soprattutto in termini di un adeguato cadenzamento delle corse), e che i vari progetti di implementazione della mobilità legata al trasporto pubblico nelle valli trentine non saranno attuabili nel breve periodo, situazione che conduce ad una discriminazione confronti di una buona fetta della popolazione trentina. Pertanto, è compito della Provincia di Trento individuare delle modalità per ridurre il gap attualmente esistente tra chi abita nei grandi centri e chi vive nella periferia.
Secondo le modalità proposte dal sottoscritto, il contributo potrà essere determinato in misura pari al prodotto tra il costo chilometrico fissato annualmente dalla Giunta provinciale (tenendo conto della variazione dei prezzi del carburante), il numero dei chilometri percorsi ogni giorno e il numero di giorni di effettivo trasferimento.
Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia
L’articolo su “L’Adige” dell’11.02.2022: