Lettera a Luca Mercalli: inaugurazione del MUSE. Mercalli risponde…

Gentile Luca Mercalli,

le scrivo perché ho appena letto sui quotidiani trentini della sua presenza all’inaugurazione del Muse, il nuovo Museo delle Scienze, progettato dal noto architetto Renzo Piano. Sicuramente per un uomo che fa delle scienze e della cultura il suo lavoro quotidiano, il richiamo all’inaugurazione di un museo del genere deve essere irresistibile e questo è del tutto comprensibile. Mi permetto con questa lettera di “metterla in guardia”, perché nonostante la nobile apparenza di operazione culturale, il progetto dietro questa struttura si rivela per essere una mera operazione economica, del peggior livello.

Conosco ed apprezzo le sue posizioni a favore di modelli di vita più sostenibili, contro il modello delle “grandi opere” effimere che sottraggono risorse ad opere più piccole ma utili ad ognuno di noi e proprio per questo vorrei invitarla a ripensare alla sua partecipazione a questo evento, sperando che possa approfondire la storia attorno a questa operazione.

Le fondamenta dell’edificio sono costruite su quella che ormai a detta di tutti è la più grande speculazione edilizia della storia della nostra regione, l’acquisizione dell’area “ex Michelin”, per cui un terreno potenzialmente pubblico è “scivolato” nelle mani di “Iniziative Urbane”, cordata imprenditoriale dei “soliti noti” nostrani, nel frattempo la destinazione d’uso è stata modificata, le volumetrie aumentate “in corsa”, ed ecco che la nuova generazione di imprenditori senza rischio d’impresa batte cassa in Provincia. Ed ecco che nasce l’idea del Muse, che dalle ultime dichiarazioni dei politici di turno (e sappiamo quanto questi numeri sia facile che lievitino) sappiamo essere costato 70 milioni di euro, cifra che va a coprire gran parte dei costi operativi di Iniziative Urbane. Numerose sono le altre “donazioni” che il pubblico fa al privato, come i 10 milioni per interrare incomprensibilmente poco più di 100 metri di strada che peraltro sbuca proprio davanti al museo, l’idea di un centro congressi con annesso auditorium per un investimento previsto di 105 milioni di euro, per creare poi dei “doppioni” di strutture già esistenti i cui costi peseranno per i prossimi decenni sulle casse pubbliche, per non parlare degli appartamenti di lusso che giacciono invenduti per i quali si prospettano altre acquisizioni pubbliche. Nel frattempo vengono sottratti 100 milioni alla sanità e 8 milioni all’istruzione.

A pochi chilometri da Trento abbiamo già l’esempio del Mart, altre grande struttura “di cultura”, ma dove a quanto pare l’intelligenza è stata usata poco visto che è diventato una voragine di soldi pubblici, a scapito della cultura vera.

Questo vuole essere solo una piccola introduzione, sperando di aver stuzzicato la sua curiosità, non per invitarla a non partecipare all’inaugurazione di un museo, ma per darle l’occasione di conoscere la storia di questa operazione e darle la possibilità di non mettere la sua faccia sul prossimo “buco nero” di Trento.

Un caro saluto e un augurio per i suoi lavori futuri,

Claudio Cia – 24 giugno 2013

LA RISPOSTA DI LUCA MERCALLI:

Gentile Claudio,

grazie per avermi informato, qualche elemento era già a mia conoscenza, ma lei mi ha fatto un quadro più organico. Ma al di la di tutto ciò, ho reputato opportuno presenziare in quanto rispetto ad altre assurde e devastanti “grandi opere” qui ci sono alcuni elementi di compromesso (per me):

– il recupero di un’area dismessa altrimenti destinata all’oblio (ho negli occhi l’Eternit di Casale monferrato, sembra di essere in zona di guerra dopo un bombardamento…)

– il progetto culturale che ne è emerso, che pur con tutti i suoi “sprechi” economici, è senz’altro nobile negli intenti e utile nella diffusione di quella cultura scientifica che pure io cerco di diffondere (nel Muse la montagna e i cambiamenti climatici occupano un ampio spazio e io non posso ignorare questo aspetto che tanto mi riguarda ed è così trascurato nel nostro paese…)

Purtroppo vi sono altre assurdità ben peggio di questi nei: l’Expo2015 igoierà non milioni ma miliardi di euro, cementificherà terreni agricoli buoni (non aree dismesse) e non servirà a nulla! Le allego il mio punto di vista in proposito. Per non parlare della TAV Val di Susa… altri miliardi per nulla e danno ambientale assicurato. Quindi in ultima analisi, l’operazione MUSE è sicuramente meglio di molte altre “grandi opere”, pur con i limiti italici di ogni progetto, piccolo o grande che sia.

Ben vengano biblioteche, musei, auditoria, et similia in luogo di autostrade e tunnel ad alta velocità… sono pur sempre luoghi di fruizione e diffusione della cultura, magari nelle fondazioni è murato qualche scheletro, ma in questo caso sono più propenso a un machiavellico fine che giustifica i mezzi… ecco perchè il 28 luglio, all’alba, sarò a benedire questo progetto.

Grazie comunque per la sua gentile attenzione nei miei confronti, un cordiale saluto

Luca Mercalli – 24 giugno 2013

Esito dell'iniziativa

 

Guarda anche: La mia critica al Muse non è la critica ad un museo

 

 

 

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