Manifestazione contro i controlli al Brennero… e il trastorno bipolare del PATT

Sull’onda mediatica di un crescente sentimento di sdegno, nella giornata di oggi verrà costruita una catena umana a cavallo del confine del Brennero, con l’obiettivo di manifestare contro il ripristino dei controlli di confine operato dall’Austria. L’iniziativa guidata da alcuni esponenti del PD locale è stata accolta con forte spirito di sensibilità sociale, accompagnato da un curioso e distorto modo di vedere la realtà.

L’intricata situazione venutasi a creare ci offre per l’ennesima volta la possibilità di tracciare un’analisi della contraddittoria politica trentina. Questo perché da un lato vi è la linea maggioritaria del Patt risoluta nell’aderire alla pacifica protesta piddina, mentre dall’altro lato vi è la linea di Kaswalder-Bottamedi-Ottobre convinti a difendere con coraggio la nuova  prassi austriaca.

Il Patt non perde occasione per dimostrare di non avere più un’unica identità, sdoppiandosi in due correnti distinte e opposte, due diverse idee di autonomia tra le quali pare impossibile giungere ad una mediazione o quantomeno trovare un punto d’incontro. Non possiamo non condividere il pensiero minoritario, e nel contempo denunciamo lo stato confusionale di un partito che ha perso l’anima, oramai allo sbando per  essersi votato alla politica della “poltrona sicura” anziché quella della propria identità. Un Patt che, come recita un proverbio africano, bacia la mano che non può tagliare.

Invece di attivarsi e rivolgersi al governo Renzi, del quale fa parte, il Patt si allinea al PD nel criticare e fare indebite pressioni sull’Austria affinché non si sottragga dal subire l’incapacità del governo italiano a governare l’ondata di profughi che sempre più preme sulle nostre coste. Eppure l’Austria sta solo esercitando il proprio diritto di controllo dei migranti per garantire ai propri cittadini gli standard minimi di sicurezza, in risposta al consumato fallimento della politica migratoria europea e dell’incapacità di attuare seri filtri ai confini esterni, comunque già previsti dai trattati europei ma mai messi in pratica.

In conclusione, il primo Patt appoggia senza riserve le iniziative della maggioranza, il secondo Patt (messo all’angolo, sebbene rappresenti le idee della base) ancora riflette e scova le falle di un sistema calato dall’alto e che pare quasi vietato contestare. Tali correnti divisive non aiutano di certo a promuovere l’accoglienza, bensì contribuiscono alla disgregazione dell’Europa dei popoli e all’ingigantimento di un’Europa plutocratica, un mostro che porta con sé molteplici virus: burocrazia asfissiante, ipertrofia legislativa, insofferenza nell’istituzione, conflitti sociali, caos. Cui prodest?

Claudio Cia

L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 21 febbraio 2016:

Manifestazione al Brennero

Esito dell'iniziativa

 

Comunicato inviato ai media locali il 20 febbraio 2016.

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