Medici di medicina generale, Cia (FdI): «Prospettive preoccupanti nelle valli trentine»

La generalizzata carenza di medici di base, su scala nazionale, è un problema che tocca particolarmente i cittadini delle nostre valli, zone che per conformazione orografica rendono spostamenti di 10, 20, 30 km più complessi rispetto ad altre regioni italiane. Riconosco l’attività da parte dell’Apss e dell’Assessorato nel monitorare i pensionamenti ed emanare bandi per le posizioni scoperte, nonostante a volte sembrerebbe mancare adeguato tempismo. Per i 2 medici di base che andranno in pensione dal primo luglio in Val di Sole si adotteranno infatti soluzioni tampone, inserendo un medico con incarico provvisorio e aumentando il carico di pazienti sui professionisti che operano nell’Ambito Unico della Val di Sole. La pubblicazione del bando relativo alla zona carente avverrà però solamente nei prossimi mesi, a conferma di tempistiche non proprio celeri.

Sul piano generale, la china che sta prendendo la situazione dei medici di base in Trentino è preoccupante. Il 77% dei medici di base trentini ha più di 55 anni e poco più della metà ha più di 60 anni. L’Apss, in un documento del 2018, aveva previsto il congedo per pensionamento di un centinaio di medici dal 2020 al 2025 al ritmo di una ventina all’anno. Dal 2019 al 2021 sono però andati in pensione 99 medici, con una media di 33/anno. Le prospettive sono dunque allarmanti, anche alla luce delle affermazioni del Direttore dell’Apss Antonio Ferro, che il 30 aprile scorso ha definito la situazione “un disastro”, con il 30% dei medici di medicina generale che potrebbe andare in pensione nei prossimi 3 anni. Allarmante è inoltre il rapido incremento delle zone scoperte sul territorio provinciale, passate dalle 22 del 2020 alle 43 di fine 2021, di cui solo 7 sono state assegnate. A pagare le conseguenze di questo preoccupante incremento delle zone scoperte sono soprattutto le valli del Trentino, dove la sanità risulta fortemente depotenziata ed in grave sofferenza. Ci sono cittadini, in particolare anziani, che non sanno a chi rivolgersi per una ricetta medica che consenta loro la continuità terapeutica, o che per ottenerla devono macinare decine di chilometri.

Come detto, la situazione è complessa su scala nazionale, ma non possiamo certo assistere passivi e inermi a questa condizione nelle nostre valli. Serve una risposta importante a livello locale, con forti investimenti sulla costituzione di reti di professionisti e sulle figure infermieristiche, potenziandone capillarmente il ruolo nelle valli per compensare alla carenza cronica di medici. Bisogna inoltre mettere a disposizione risorse per smaltire la mole di burocrazia che va a oberare i medici di base, distraendo tempo ed energie dalla loro attività fondamentale, ovvero la cura della salute del paziente. Con i pronto soccorso allo stremo, ed il personale sottoposto a stress e turnazioni massacranti, è necessario potenziare da subito la sanità territoriale per decongestionare i presidi ospedalieri centrali e dare certezze ai pazienti. Non c’è tempo da perdere.

Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia

Esito dell'iniziativa

 

Comunicato stampa inviato ai media locali il 28.06.2022.

 

Segui sul sito del Consiglio provinciale di Trento l’iter dell’interrogazione a risposta orale immediata:

Interrogazione n. 3802-XVI

 

La risposta dell’Assessore Stefania Segnana, fornita in aula il 28.06.2022:

Risposta interrogazione 3802-XVI

 

 

 

 

 

 

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