Negli scorsi giorni la Consigliera Comunale del Partito Democratico Elisabetta Bozzarelli ha denunciato – in una conferenza stampa – gli attacchi giunti attraverso i social network a lei e ai suoi figli a seguito dell’approvazione della proposta di mozione in Consiglio comunale volta a “sospendere presso tutti gli esercizi commerciali: il gioco lecito con vincita di denaro del tipo “slot machines, i giochi numerici del tipo “winforlife” e similari, compresi gratta e vinci e le scommesse su eventi sportivi e non sportivi”, il cui impegno era stato tristemente mutato in “emettere tempestiva ordinanza di sospensione del gioco lecito con vincita di denaro del tipo “slot machines”, vlt, qualora l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli pubblicasse nuova determinazione per la riapertura e l’emergenza Covid-19 fosse ancora in corso”, limitando di molto quindi il campo di azione.
Ritornando alla proposta della Consigliera Bozzarelli, propagandata dai media mainstream come “lotta al gioco d’azzardo”, mi tocca osservare come in realtà essa si tratti – naturalmente secondo le competenze e i mezzi del Comune (motivo che ha portato al ridimensionamento dell’impegno della mozione) – di una “lotta al gioco lecito” il quale porta nelle casse provinciali, secondo i dati aggiornati al 2019 del sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, un ritorno fiscale di oltre 67 milioni di euro.
Questa battaglia rischia non solo di non dare una risposta al grande problema del gioco d’azzardo patologico, ma addirittura di aggravarne la situazione, visto che alla “sparizione” del gioco lecito seguirebbero – quasi certamente – l’implementazione del gioco on-line (dal quale non discende alcun ritorno fiscale per la Provincia Autonoma di Trento e dove non è permesso alcun tipo di controllo sull’utente), il trasferimento verso altri giochi pubblici (Lotto, Superenalotto ecc.) – particolarmente pericolosi per la rapidità dell’acquisto e l’anonimato garantito (cosa non consentita sugli apparecchi che – a partire dal 2020 – prevedono per il loro funzionamento l’inserimento della tessera sanitaria dell’avventore) e – da non sottovalutare – la ricomparsa e il dilagare del gioco illecito.
Da alcuni mesi, in qualità di Presidente della IV Commissione permanente del Consiglio provinciale che si occupa di politiche sociali, sanità, sport, attività ricreative ed edilizia abitativa ho avviato con i commissari una riflessione che dovrebbe portare ad una maggiore conoscenza del tema (slegata da vincoli ideologici) in attesa di un intervento legislativo che sappia coniugare le esigenze della reale lotta alla ludopatia e gli interessi degli operatori economici e della Provincia.
Cons. Claudio Cia
Segretario Politico di AGIRE per il Trentino