Rimango senza parole per l’attacco rivoltomi sul profilo facebook del primo firmatario del ddl “contro le discriminazioni”, Paolo Zanella di Arcigay, dove fino a poco fa (ora il messaggio è stato rimosso) un suo contatto minacciava così:
“Ora dobbiamo usare armi non convenzionali. Ad ogni suicidio legato all’omofobia va corrisposto un politico di turno, ad esempio Claudio Cia è un assassino ha ucciso Samuelle.”
A meravigliarmi è anzitutto il fatto che simili espressioni di odio provengano da ambienti – o da sostenitori di ambienti – che dovrebbero incarnare il rispetto ed il contrasto alle discriminazioni: proprio un bell’esempio.
Inoltre, non posso non registrare come la cancellazione di quel messaggio – del quale conservo copia e per tutelarmi dai cui contenuti ho già attivato i miei legali – sia avvenuta solamente dopo la mia pubblica denuncia dello stesso, avvenuta stamane in aula. Solo un caso? Una distrazione durata ben sedici ore? Sta di fatto che contemporaneamente a quegli insulti e a quelle minacce verso la mia persona, sono seguite – come ho avuto modo di evidenziare anche in Aula – ripetute chiamate minatorie sul mio cellulare.
E’ un fatto grave, che mina la serenità di qualunque tipo di confronto e che evidentemente spoglia di credibilità chi si spaccia per difensore dei diritti civili. Evidentemente una parte dei sostenitori del ddl in questione stanno perdendo la testa, manifestando un volto di insofferenza verso chi manifesta un’idea diversa dalla loro…
Cons. Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 18 settembre 2015: