Ci sono persone che hanno rinunciato al buon senso e quando queste indossano una divisa sono pure pericolose, usano il potere a loro conferito per dimostrare che loro possono: l’etica delle loro azioni non è quella di essere a fianco del cittadino, di facilitare il rispetto della legge bensì quella di umiliarlo e derubarlo in nome della stessa legge.
Agenti della Polizia Locale di Pergine Valsugana il 4 ottobre mi fermarono per contestarmi un sorpasso non legale e per questo ha pagato 84 euro la mattina successiva. A distanza di 46 giorni eccomi arrivare un verbale della stessa polizia che mi contesta di aver usato la mia macchina per fare pubblicità elettorale, a loro dire, non è consentita e per questo l’imposizione di pagare una multa di 419 euro.
L’art. 57 comma 1 del regolamento di esecuzione del codice della strada consente la posizione del marchio e della ragione sociale della ditta a cui appartiene il veicolo, preciso che in qualità di candidato alle recenti elezioni provinciali le indicazioni apposte sul mezzo sono da ritenersi analoghe ad un marchio riferito al soggetto politico di cui io sono rappresentante recando peraltro il mio indirizzo web.
Ritengo inoltre che quanto contestato nel verbale e cioè “effettuava pubblicità sulla propria autovettura ad uso privato di tipo non luminoso e diversa da marchio e dalla ragione sociale della casa costruttrice (Renault Megane)” sia una falsa interpretazione del art. 57 sopracitato in quanto nello stesso non è indicato il vincolo ad una casa costruttrice ma ben si alla ditta a cui appartiene il veicolo.
Ho agito comunque in buona fede in quanto tali indicazioni sono state utilizzate in vigenza della legge elettorale che prevede la possibilità di esporre propaganda politica sui mezzi mobili e in questo caso risulta evidente che il mio veicolo fermato per la contestazione di un’altra violazione del codice della strada aveva carattere dinamico, non stazionava o si fermava sulla pubblica via o in prossimità di questa con la volontà di creare un elemento propagandistico fisso.
Tale violazione non mi è stata peraltro contestata immediatamente e, a differenza di quanto indicato nel verbale che mi è stato notificato dagli agenti che effettuarono solo della documentazione fotografica al mezzo, ad una mia richiesta di motivare tale interesse mi è stato chiesto se avevo qualche autorizzazione per esporre gli adesivi sull’auto; il che facevo notare loro che prima di esibirli avevo chiesto un parere verbale ad un’agente della polizia municipale di Trento il quale mi raccomandò solo di attaccarli in modo da non ostacolare la visuale del lunotto, cosa che ho fatto. A questo punto gli agenti mi riferirono che avrebbero fatto delle verifiche senza precisare alcunché su eventuali irregolarità relative al marchio.
Questo comportamento oltre che impedirmi un’ immediata possibilità di tutela non mi ha nemmeno permesso di eliminare gli effetti della condotta che, a dire degli agenti, risulterebbe irregolare. Tant’è vero che per tutta la campagna elettorale mi sono spostato per tutta la provincia con il mio mezzo oggetto di tanta attenzione e solo il 20 novembre mi è stata recapitato il verbale di contestazione. Guarda caso dopo le elezioni provinciali e soprattutto dopo che si è saputo che io non sarei stato in Consiglio provinciale…
Mi chiedo poi perché il mio mezzo sia stato oggetto di cotanta attenzione mentre veicoli di altri candidati, ben più appariscenti per pubblicità elettorale non sono stati motivo di altrettanto controllo e sanzione ad eccezione di quello del candidato della Lega Nord, Roberto Paccher con cui ora posso entrare nella lista dei “sanzionati” dalla polizia locale di Pergine, che sicuramente sarà il nostro sponsor!