Le strade del territorio della Città di Trento si stanno gradualmente e inesorabilmente dipingendo di blu. Infatti stiamo assistendo ad un proliferare di nuovi stalli a pagamento che vanno a sovrapporsi a quelli contrassegnati di bianco che, per la pubblica amministrazione, sono tutt’altro che redditizi. E’ una politica questa, che non considera i disagi di chi la subisce, penalizza interi quartieri e sembra guardare al cittadino come ad un salvadanaio da svuotare.
Il controllo della sosta a pagamento è affidato a Trentino Mobilità S.p.A. la quale garantisce al concessionario, il Comune, un canone di concessione e il 25 % delle entrate. Nell’anno 2009, gli incassi di Trentino Mobilità, provenienti da diversi titoli di sosta, sono stati di 2.454.427,64 euro e 2.490.891,99 nel 2010. Da ciò ne deriva che, al Comune, sono state riconosciute competenze di gestione pari ad oltre 610 mila euro il primo anno e oltre 620 mila il secondo. Queste cifre, sommate al canone di concessione, hanno portato ad un introito per le casse pubbliche, di oltre 1.156.000 euro nel 2009 e oltre 1.174.000 nel 2010. Evidentemente “la fame vien mangiando” e per questo ogni occasione risulta propizia per far cassa.
Questo anche se in contrasto con le normative vigenti. Infatti agli “ausiliari della sosta”, fino a qualche giorno fa era affidato, oltre al compito di controllo degli spazi a pagamento anche quello degli spazi a disco orario, in contrasto con la legge n° 127 del 15 maggio 1997 (legge Bassanini), che all’art. 17, comma 132, recita: « I comuni possono, con provvedimento del sindaco, conferire funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta a dipendenti comunali o delle società di gestione dei parcheggi, limitatamente alle aree oggetto di concessione…».
A tale proposito la Suprema Corte di Cassazione dello Stato, con Sentenza n.5621 del 9 marzo 2009, non lascia dubbi là dove recita: «Da tanto consegue che può essere enunciato il principio di diritto secondo cui le violazioni in materia di sosta che non riguardino le aree contrassegnate con le strisce blu e/o da segnaletica orizzontale e non comportanti pregiudizio alla funzionalità delle stesse, non possono essere legittimamente rilevate da personale dipendente delle Società concessionarie di aree adibite a parcheggio a pagamento seppure commesse nell’area oggetto di concessione (ma solo limitatamente agli spazi distinti con strisce blu)....».
Si sa che la legge non ammette ignoranza e in questo caso non ce n’è, visto che addirittura ingenuamente è citata nel sito di Trentino mobilità. Questo rafforza il sospetto che, pur nella consapevolezza di agire illegalmente, l’amministrazione pubblica allo scopo di far cassa ha taciuto la verità, ha fatto finta di niente e ha abusato della fiducia che la gente ripone nell’azione di chi la governa. Solo il ricorso di alcuni cittadini, ingiustamente sanzionati, ha portato alla luce un’ operazione a dir poco iniqua.
Da questa premessa la domanda giunge spontanea e per questo il sottoscritto consigliere comunale interroga il signor Sindaco per sapere:
- se l’amministrazione pubblica di questo comune è in grado di giustificare questo agire al di fuori della legge e in pieno contrasto con sentenze dello Stato italiano;
- a quanto ammontano gli incassi di Trentino Mobilità, provenienti da sanzioni rilevate ingiustamente negli spazi di sosta a disco orario, dalla sua nascita (2006) ad oggi;
- se, essendo evidente l’illegittimità dell’azione sanzionatoria che da anni si protrae, il Comune provvederà a restituire il maltolto a tutti gli automobilisti illegalmente sanzionati come atto riparatore di un’azione immorale.