Si dice che “Chi ben comincia è già a metà dell’opera”. Pare proprio che il dott. Antonio Ferro non abbia mai sentito questo proverbio. Citando testualmente dall’intervista apparsa il 15 luglio 2021 sul “Corriere del Trentino”, il neo direttore facente funzioni dell’Azienda sanitaria trentina ha affermato: “All’inizio l’azienda non disponeva di elementi oggettivi per poter agire. (…) Ora vigilerò non solo su queste, ma anche su altre segnalazioni che non sono state fatte in maniera oggettiva. Chiedo però che la spazzatura venga spazzata e raccolta nei contenitori all’interno dell’ospedale, secondo le modalità previste dall’azienda, e non buttata per strada”. Rincarando poi la dose: “In questo momento vedo invece che ci sono alcuni che sputano nel piatto in cui mangiano. Non è possibile che ci sia gente che telefona ai giornali. Bisognerà lavorare per far uscire le cose vere e parlare delle cose belle”. Voglio sperare che si tratti solamente di una scelta infelice delle parole da utilizzare dovuta all’emozione, tuttavia – se così non fosse – è chiaro che questo non sarebbe un bel biglietto da visita per un direttore che poco prima aveva dichiarato di voler partire dall’ascolto del personale.
Il rischio è che l’Azienda sanitaria si richiuda nell’autorferenzialità, che venga ristabilito quel clima di omertà e terrore che ha finito per danneggiare l’Apss e la qualità del servizio offerto ai nostri cittadini. E’ evidente che il metodo dei panni sporchi che vanno lavati in casa si scontra con le attuali necessità degli operatori sanitari che non hanno bisogno di un direttore che operi un ascolto condizionato e finalizzato a sentire solamente “le cose belle”, quanto piuttosto di una persona che si metta al loro servizio per capire cosa non è funzionato negli anni precedenti e tenti di dare una soluzione.
Fanno inoltre sorridere le dichiarazioni degli esponenti della sinistra trentina come la Capogruppo del Partito Democratico Sara Ferrari che all’agenzia giornalistica LaPresse, chiedendo le dimissioni dell’Assessore Segnana, ha dichiarato che il caso Pedri rappresenta “l’impressionante atto finale della squalifica della sanità provinciale che da eccellenza è sprofondata nel caos evidenziando una crisi tecnico-gestionale mai vista prima”. La Consigliera del Pd pare ignorare come le problematiche che purtroppo sono emerse solo oggi con la vicenda legata alla scomparsa della dottoressa, abbiano in realtà radici molto più profonde. Ne sono testimonianza la fuga di professionisti sanitari dal reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale S. Chiara e le segnalazioni riguardanti le difficoltà relazionali vissute in tale ambito, iniziate e documentate ben prima dell’avvento al governo della Provincia da parte del centrodestra. E’ poi da ridimensionare, a parere del sottoscritto, il concetto di “eccellenza del sistema sanitario trentino”. Esso non può basarsi esclusivamente sulle statistiche legate alla casistica dei vari reparti, posto che dopo aver passato le ultime legislature a depotenziare i reparti degli ospedali periferici è ovvio che tutta l’attività sia stata incanalata sugli ospedali dei grandi centri; sarebbe inoltre importante considerare anche l’aspetto sociale, la vivibilità di un reparto, perché è evidente che solamente se messi nelle condizioni di lavorare al meglio i professionisti sanitari possono offrire un servizio di qualità ai nostri cittadini.
Fanno riflettere anche le affermazioni del Consigliere Luca Zeni che oggi, dall’opposizione, in materia di sanità parla di “latitanza della politica sulla programmazione” di“assenza di prospettiva che crea disorientamento”. Per mantenere il paragone calcistico che caratterizza l’intervento del Consigliere del Partito democratico, si potrebbe dire che nessuno lo ricorda come un grande fantasista nel suo periodo da Assessore alla sanità mentre sembra che oggi – come spesso capita ai calciatori che non sono riusciti a sfondare – sia un profluvio di idee, proposte e iniziative che – chissà come mai – non erano attuabili nel momento in cui lui si trovava nella stanza dei bottoni.
Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia
L’articolo sul “Corriere del Trentino” del 16.07.2021: