Orso M49: intervento in aula di Claudio Cia dopo l’informativa del Presidente Fugatti

Oggi sono intervenuto in aula sulla questione dell’orso M49 evidenziando che in questa vicenda tutti si sono dimostrati “esperti” di orsi. Tutti hanno condannato il Presidente per come si è mosso. Addirittura sui social sono apparsi numerosi messaggi di vera e propria istigazione alla violenza nei suoi confronti: fatti gravi per i quali non c’è stata alcuna alzata di scudi da parte di chi si è tanto interessato, invece, ai profili dei segretari degli assessori o dei consiglieri di maggioranza.

Ho voluto ricordare le dichiarazioni di Piero Genovesi di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministro dell’ambiente) che riguardo a presunte anomalie nelle operazioni di cattura ha scritto: Non si sono evidenziate anomalie di alcun tipo, nessun malfunzionamento. Tutto perfetto. Anche il livello di manutenzione dell’intera area è più che buono. Gli standard di sicurezza sono i più elevati a livello internazionale. Per recinti di questo tipo, l’esperienza con animali selvatici tipo orso sono relativamente limitate. I selvatici di grande mole hanno una estrema variabilità di comportamento, gli orsi in particolare. Con ogni probabilità M49 costringerà a modificare gli standard internazionali di sicurezza per recinti di questo tipo, per le strutture di captivazione aperte”.

E ancora per quanto riguarda il recinto elettrificato del Casteller: “Il voltaggio da solo non vuole dire assolutamente nulla. Ci sono recinzioni di contenimento destinate ai bovini domestici che hanno voltaggi anche più elevati di quello del Casteller, ma un amperaggio minore. Il valore di riferimento che interessa non è tanto il voltaggio, quanto i joule. La normativa nazionale prevede un massimo di 5 joule per gli animali. E al Casteller sono 4,6 joule, quindi quasi al massimo.

Sui presunti errori per la mancata sedazione ha dichiarato: No, nessun errore. Non mi risulta. Come Ispra posso dire che siamo d’accordo con le scelte effettuate dalla Provincia. La sedazione è sempre un rischio per l’animale, per quanto molto limitato. In questo caso non c’era nessun motivo per procedere in questo senso. La situazione era sotto controllo, dunque sedare non aveva senso. Stesso discorso per il radiocollare. Certo, col senno di poi si sarebbero potuti aspettare un paio di giorni prima di effettuare il distacco, ma la decisione di toglierlo è stata a tutela dell’animale, trattandosi di un giovane in crescita. E poi nessuno poteva immaginare una cosa del genere”. A tale proposito vale la pena evidenziare l’nterrogazione dell’ex Assessore Dallapiccola (PATT): “Chi ha deciso di trasportare M49 senza utilizzo di sedazione?”. Si potrebbe rispondergli con quello che dichiarava nel 2014, dopo la morte di Daniza, Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi): «I veterinari lo sanno bene. Questo tipo di anestesie sono sempre rischiose perché l’animale subisce uno stress importante, anche per lo “sparo” dell’anestetico che è necessario effettuare per raggiungerlo (telenarcosi) e le complicanze che l’anestesia può comportare quando non è possibile eseguire test prima di agire». A tale proposito faccio presente che l’Associazine Anmvi è la stessa che oggi parla invece di Clamoroso insuccesso tecnico, Daniza non ha insegnato niente. Le operazioni di cattura M49, precipitose e fallimentari”.

Anche Luigi Boitani, zoologo e docente all’Università La Sapienza di Roma, dichiara in un’intervista: “La Provincia ha un gruppo di tecnici molto preparato, tutto è stato fatto d’accordo con l’Ispra. Poi, quando si tratta di animali, non sono burattini definiti a priori. Sono incappati in una specie di “bullo”, giovane, robusto, vivace, che messo in gabbia ha cercato di scappare come fanno tanti altri animali. La recinzione fino ad oggi aveva funzionato. Anche si trovasse una debolezza nel sistema di cattura, che facciamo? Diamo degli incapaci a tutti? Tutto quello che è stato fatto è stato fatto in buona fede. Il recinto è stato costruito con la consulenza dell’Ispra e di un consulente americano. La Provincia di Trento ha fatto il meglio. Piuttosto, io mi farei qualche domanda sull’ipotesi di mettere in carcere a vita un orso di soli tre anni”.

A chi vorrebbe riportare gli orsi in Slovenia ricordo che è del giugno 2019 una legge del Governo sloveno che prevede l’abbattimento di 200 orsi e 11 lupi “per ristabilire l’equilibrio”. Nel 2017 era stata approvata la caccia a 93 orsi, e nel 2016 ne sono stati abbattuti 83 orsi. Attualmente sono stimati oltre 1000 orsi (questo da fonti slovene, mentre i media trentini parlano di 450-750 esemplari): per gli esperti una situazione normale prevede un massimo di 400 unità. In Slovenia nel 2019 i lupi hanno ucciso 74 animali da cortile, 19 mucche, 15 cavalli e un asino… in pochi giorni 40 pecore morte. A 10 km da Lubiana una donna di 80anni è stata ferita gravemente da un’orsa con i cuccioli, questo dopo la decisione di abbattere 200 esemplari. Per quanto riguarda invece le dichiarazioni sull’Abruzzo come “esempio di convivenza uomo-orso” faccio notare che sono 95 gli orsi morti nel Parco Nazionale d’Abruzzo dal 1971 per varie cause.

Lo stesso progetto Life Ursus prevedeva come obiettivo di arrivare ad una popolazione di “almeno 40 orsi”… poi 40-50, su altre fonti 40-60. Attualmente il dato ufficiale della stima della popolazione complessiva 2018, elaborato con lo stesso sistema utilizzato negli anni precedenti, è definito in un range di 60 – 78 esemplari e prende in considerazione anche la quota dei cuccioli 2018 (21-23) e degli individui non rilevati geneticamente nel solo ultimo anno (16).

Nell’analisi delle probabilità di successo del progetto di immissione, si specificava che L’area necessaria a sostenere una popolazione è vastissima e deve comprendere almeno 2000 Kmq di ambienti idonei e non disturbati, mentre la superficie del Parco Adamello Brenta è di soli 619 Kmq. È stata perciò presa in considerazione un’area di 6500 Kmq – molto più estesa del territorio del Parco e superiore anche alla superficie dell’intera provincia di Trento – che comprende parte delle province di Trento, Bolzano, Sondrio, Brescia e Verona”. Si specificava inoltre che: Non è possibile però escludere l’eventualità che qualche orso possa assumere comportamenti pericolosi (ad esempio frequentando troppo spesso le aree abitate o abituandosi a mangiare rifiuti vicino alle case): in questi casi è previsto l’intervento di una «squadra di emergenza». Nata dall’esperienza austriaca, questa squadra di persone appositamente addestrate potrà applicare misure dissuasive per gli orsi, procedere alla loro eventuale cattura e trasferimento ed infine sarà anche pronta ad abbattere individui che mostreranno comportamenti devianti e che non risponderanno ad altre misure di dissuasione. La filosofia di base di tutto il progetto dovrà sempre essere quella di assicurare la sicurezza delle persone e di fare ogni sforzo per evitare conflitti tra gli orsi e l’uomo”.

Il “PACOBACE” rappresenta il documento di riferimento per la gestione dell’Orso bruno (Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali) e prevede espressamente che “è importante che le autorità competenti per la conservazione e la gestione dell’orso attivino azioni tempestive ed efficaci di prevenzione dei rischi per la sicurezza dell’uomo e di mitigazione dei conflitti, in particolare finalizzate a correggere eventuali comportamenti di assuefazione all’uomo […] presupposto per limitare i rischi per l’uomo e per il patrimonio, nonché per mitigare i conflitti tra uomo ed orso, condizione essenziale per assicurare uno stato di conservazione favorevole della popolazione di orsi”.

Nel 2017 Messner dichiarava: «Questa storia degli orsi inizia ad essere noiosa. Quello che mi fa pena è il fatto che i fondamentalisti non siano disposti ad accettare che bisogna trovare una soluzione. Un orso pericoloso è un orso pericoloso e siccome l’habitat è piccolo, non c’è posto per tutti questi orsi, quelli pericolosi bisogna abbatterli. I fondamentalisti, quelli per cui l’orso vale di più dell’essere umano, devono anche essere pronti a scendere a compromessi, affinché i contadini e noi accettiamo l’orso e li vediamo bene. La gestione del progetto va bene. Ma c’è una lite fra i fondamentalisti, che sono disposti a vedere un uomo morto e dall’altra i contadini che sono arrabbiati. La politica deve cercare di trovare un compromesso».

Infine una riflessione sulle dichiarazioni di Mauro Corona, per il quale «M49 deve restare libero. Non va né catturato e neppure, solo a dirlo mi arrabbio, ammazzato. Non deve essere messo in una prigione. “Problematico” perché è scappato, infischiandosene del suo pelo che friggeva in quei 7.000 volt della gabbia del Casteller dove volevano fargli passare la vita intera? Questo è ciò che vuol far credere una determinata classe politica. Quella degli slogan. La verità è che in Trentino si sono spesi soldi pubblici per reintrodurre gli orsi e adesso li vogliono fermare. A costo di sparargli. Maurizio Fugatti stia attento ai messaggi che lancia. Le parole sono come la polvere da sparo: se nelle cartucce ne metti troppa, queste ti esplodono in faccia». Mi permetto di ricordare come nel 2017 lo stesso Mauro Corona dichiarava: «Sono un uomo di sinistra, ma se uno entra a casa mia, io gli sparo… ho inseguito quei disgraziati con un’ascia e se li avessi raggiunti li avrei fatti fuori, perché certi barbari vanno educati a sprangate». Questo per evidenziare l’incongruenza di chi è disposto a sparare senza troppi problemi ad altri esseri umani, mentre critica i protocolli previsti per la gestione dell’orso.

Esito dell'iniziativa

 

Materiale riguardante la questione dell’orso M49, e riportato nell’intervento in aula del 22 luglio 2019 in seguito all’informativa del Presidente Fugatti.

 

 

 

 

L’articolo sul sito del Consiglio provinciale: Il governatore su M49: se mettesse in grave pericolo gli operatori o le persone potrà essere abbatturo.

 

 

 

 

 

Alcuni documenti di interesse:

 

 

Le probabilità di successo del Progetto di immissione – ORSO

 

PACOBACE – Piano gestione Orso bruno

 

decreto modifica PACOBACE

 

 

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