Pensiero a De Gasperi, rottamato dai nuovi tromboni

Questo vuole essere un omaggio a una figura che ha dato tanto per il nostro territorio, ma grande assente nei ragionamenti sull’autonomia trentina in questa campagna elettorale: Alcide De Gasperi.

É il padre della nostra autonomia, un’autonomia strappata a forza dalle mire espansionistiche austriache. Riuscì alla conferenza di pace di Parigi del 1946 ad accordarsi con l’allora ministro degli esteri di Vienna Karl Gruber, un accordo complesso, dato che comunque l’Italia era uscita sconfitta dalla Seconda Guerra Mondiale e le potenze alleate non erano ben disposte a dare alcun margine di negoziato al nostro Paese.

Fu un accordo storico, che a quasi settant’anni dalla sua stipula corre rischio di essere stracciato. Questa volta il nemico non è uno straniero, ma il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, che in più occasioni ha ribadito la necessità di “ripensare” alle competenze attribuite al nostro territorio. Si corre il rischio che il benessere creato grazie all’accordo De Gasperi–Gruber non sia altro che una frazione della storia del nostro amato territorio. Che sia per questo che vogliono relegare l’autonomia in un museo?

Amo ricordare la figura di Alcide De Gasperi anche per un’altra data: quella del 18 aprile 1948. In quell’occasione vi era un serio rischio che le forze sovversive potessero aprire le nostre frontiere all’armata Rossa, sradicando ogni valore cristiano e culturale dal nostro Paese. Il partito comunista era in quell’occasione dato come favorito, ma furono uomini di coraggio come Alcide De Gasperi e Amintore Fanfani a stravolgere il risultato atteso da tutti e a salvare il nostro Paese da un triste destino. In quelle elezioni c’era lo spettro delle bande armate rosse, pronte da un momento all’altro a eliminare tutti coloro che la pensavano diversamente.

Oggi sembra che quanto dico sia solamente legato al passato…  eppure quante somiglianze con la situazione attuale! Partiti che si appropriano di parole come democrazia e cambiamento, ma la loro mentalità, la loro cultura e i loro comportamenti sono rimasti gli stessi di allora. Sono gli stessi che lasciano devastare città come Milano, permettono invece che vengano picchiati i disperati senza lavoro, sovvertono le leggi naturali sulla famiglia e tollerano che in una città come Trento possano insediarsi gruppi che si rifanno a queste logiche.

Per questo abbiamo deciso di proporci in una coalizione finalmente unita e abbiamo voluto portare un’alternativa credibile a chi governa la città da decenni.

Il 10 maggio a Trento avremo la possibilità di una svolta ai limiti dell’epocale, che potrà avere ripercussioni notevoli anche sulla politica provinciale. Lo dico da persona entrata in politica solamente sei anni fa quasi per caso e lo dico soprattutto con la determinazione e la serenità che i valori cristiani mi hanno insegnato. Noi crediamo in una città a misura della famiglia, a misura del cittadino e libera.

Buongiorno Trento!

Claudio Cia

L’articolo sul quotidiano “l’Adige”:

Cia replica ispirandosi a De Gasperi

Esito dell'iniziativa

 

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