Caro Direttore,
il Trentino, come altri mezzi di comunicazione locale, ha evidenziato la presa di posizione dei consiglieri comunali uscenti di Trento, Maffioletti e Manuali, duramente critica della scelta di Claudio Cia, della Civica Trentina, quale candidato sindaco di Trento da parte di forze politiche di centro-destra e di formazioni civiche. A mio avviso chi cerca un’alternativa al centrosinistra non poteva scegliere un candidato che sia più votabile anche dall’ampio insieme di cittadini che non si sentono legati a un partito, ma a formazioni civiche o che si sentono lontani dalla politica.
A Trento la sinistra è forte, unendo nel PD la componente tradizionale di provenienza PCI-PDS-DS con la parte dell’area cattolica che un tempo si diceva di sinistra, della quale leader è stato Lorenzo Dellai, e che è ben rappresentata dall’attuale sindaco Alessandro Andreatta. E di fatto l’insieme di queste due componenti è riuscita a conquistare e mantenere la gestione del Comune da oltre un ventennio; altre forze sono state di complemento. Si aggiunga il sostegno indiretto che viene dal largo appoggio di opinione di cui ancora gode il Governo nazionale PD di Renzi nonché dal fatto che pure la Provincia e la Regione sono governati da una coalizione PD-autonomisti PATT o SVP.
Non può essere, quindi, la rendita politica connessa alla gestione del potere che può essere usata dai concorrenti del candidato della sinistra; può essere solo la capacità di evocare sentimenti diversi, quali la sensazione che un candidato sappia porsi al servizio della gente comune, di quella cui gli “amministratori” sono spesso sordi, tutti presi dai loro “affari” o dalle loro “ideologie”. E Claudio Cia, da consigliere comunale e ora da poco come consigliere provinciale, ha interpretato in modo intelligente questo modo di svolgere il suo ruolo, mosso solo dal desiderio di far dare soluzione ai problemi “trascurati” della gente comune. Lo fece, a suo tempo, anche la Maffioletti, per gli utenti dell’ITEA.
Può un infermiere diplomato fare il sindaco di Trento? Non ricordo che il sindaco Dellai fosse laureato. Il ruolo di sindaco non equivale a quello di un tecnico. Del resto neppure una laurea per insegnare (come Alessandro Andreatta) fornisce conoscenze tecniche che coprano i campi di azione di un Comune. Un sindaco deve saper orientare l’azione del Comune al bene comune, definito con il concorso anche di chi ha poca voce e per ciò conta assai di più la sensibilità umana che un diploma di laurea o un’esperienza lunga di “politica di partito”.
Cordiali saluti,
Renzo Gubert