Proccupante aumento degli aborti nella popolazione extracomunitaria e ritorno delle malattie veneree…

Nel pieno dell’emergenza umanitaria che coinvolge il governo centrale e che a tratti lambisce il nostro territorio, in Trentino stiamo assistendo ad un importante incremento del numero di donne straniere che ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Nelle segnalazioni recapitatemi non sfugge la presenza maggioritaria di donne provenienti da paesi del Nordafrica e del Centrafrica. Non siamo tuttavia in grado di affermare se sia una mera coincidenza, correlata al sempre maggiore numero di rifugiati in transito.

Pare che il ricorso ad interventi abortivi sia massiccio, nella misura di 10-15 aborti alla settimana, e pare che abbia come protagoniste quasi tutte donne dedite alla prostituzione su strada (id est sfruttate da gente priva di scrupoli), donne che comunque sono qui a vario titolo, vuoi con lo status di rifugiate, vuoi perché rientranti nella categoria di “immigrati economici”. Se il dato venisse ufficialmente confermato, saremmo in grado di rilevare per l’ennesima volta come un’accoglienza irresponsabile comporti non tanto un beneficio quanto un pregiudizio alla salute psico-fisica della donna in sé, oltreché una ferita alla sua dignità calpestata.

Dobbiamo avere il coraggio di svelare la verità. L’aborto non è un gesto ordinario da compiersi con leggerezza: esso rappresenta in primis la soppressione di una vita innocente, atto vieppiù deprecabile qualora la donna sia sfruttata e costretta sotto minaccia da bestie prive di scrupoli. Noi pertanto non giudichiamo la donna ma prendiamo atto di una consuetudine intrisa di gravità, nella quale le istituzioni politiche si inseriscono con un silenzio anestetizzante, un silenzio che impoverisce di significato un’azione a cui non sarà mai possibile riparare.

Dal suo canto la politica non è disarmata: la sua forza sta nell’approntare rimedi e nel perseguire il benessere dei singoli. Questo ricorso massiccio all’aborto comporta un impegno considerevole della struttura sanitaria, un impiego di mediatori culturali e assistenti sociali, una spesa che risulta essere al di fuori del piano di accoglienza profughi. La Provincia ha il dovere morale di non essere complice e di intervenire sul fenomeno delle donne straniere che “scelgono” di abortire (difficile altresì credere che le prostitute possano esercitare una “libera” scelta). Il problema non è accogliere indiscriminatamente, bensì avere la lungimiranza di capire quale futuro garantire ad un oceano di disperati.

Risulta infine allo scrivente che tra gli adulti e soprattutto tra i giovani ci sia stato un notevole aumento di casi registrati di malattie veneree contratte in rapporti sessuali non protetti con prostitute. L’emergenza umanitaria viene gestita “un tanto al chilo”, senza visione futura, senza capo né coda. Per la legge del piano inclinato, questo porta con sé tra i vari problemi anche un incremento della prostituzione, che a sua volta provoca incremento di patologie infettive nei clienti delle stesse e un aumento del numero di aborti.

Premesso quanto sopra, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

  1. quanti sono i migranti a cui non è stato accordato il diritto d’asilo da quando si è verificata la crisi umanitaria, che fine hanno fatto questi soggetti, cosa prevede la normativa quando una richiesta di asilo non venga accolta, quanti respingimenti sono stati processati negli ultimi 3 anni, quanti soggetti sono risultati inidonei a rientrare nel programma di accoglienza, in che numero vi sono soggetti che dimorano illegalmente sul territorio trentino;
  2. quante di queste persone sono di sesso femminile e quante di sesso maschile, quanti sono i minorenni e quanti i maggiorenni, in che percentuale si è registrato un incremento del ricorso all’Ivg in Trentino rispetto agli anni passati, quanti aborti risultano essere stati praticati, negli ultimi anni per ogni singolo anno, su donne straniere e quante risultano essere di origine nordafricana e centrafricana, quanto costa ogni aborto, quanti sono gli aborti praticati anno per anno negli ultimi 5 anni sulle cittadine comunitarie ed extracomunitarie, suddivisi per fasce d’età;
  3. se risulta corrispondere al vero l’incremento di malattie infettive di origine venerea riscontrate su pazienti adolescenti, in quale percentuale, quali sono le fasce d’età interessate, a quanto ammonta il numero complessivo di casi registrati negli ultimi 3 anni, quali sono le patologie rilevate negli ultimi 3 anni suddivise in base al numero di casi registrati.

A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.

Cons. Claudio Cia

L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 9 agosto 2016:

Migranti, accolti 73 su 252

L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 12 agosto 2016:

Protezione internazionale, su 252 richieste 179 no

Esito dell'iniziativa

 

Interrogazione presentata il 27 aprile 2016. L’iter sul sito del Consiglio provinciale: interrogazione n. 3030/XV

 

Risposta ricevuta il 16 luglio 2016:

 

risposta interrogazione 3030 – andamento aborti

 

risposta interrogazione 3030 – allegato

 

 

 

L’articolo su “La Voce del Trentino”: Immigrazione in Trentino, solo il 28% ottiene lo status di profugo

 

 

 

In allegato a fondo pagina l’articolo sul quotidiano “Trentino” del 9 agosto 2016.

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