Nel giugno 2012 portavo all’attenzione del Consiglio comunale di Trento la situazione delle colline del capoluogo provinciale, i cui boschi di conifere risultavano infestati da nidi di processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) e questo in misura sempre più evidente anche a causa dell’espansione dell’areale di diffusione del lepidottero a seguito dei cambiamenti climatici in atto. L’Assessore comunale competente rispondeva ad una mia interrogazione in merito confermando già allora che “negli ultimi anni c’è stata una crescita e dunque una diffusione della processionaria”.
Questo insetto può causare problemi di ordine sanitario all’uomo e agli animali che entrano in contatto con i peli urticanti delle larve dell’insetto. I peli urticanti possono provocare reazioni allergiche con sintomi a carico della pelle, degli occhi o del sistema respiratorio.
Nella Provincia Autonoma di Trento la lotta alla Processionaria è obbligatoria, anche da parte dei privati, secondo le indicazioni della Deliberazione della Giunta Provinciale n. 2874 del 14 dicembre 2007. La prevenzione contro possibili rischi si basa sulla sanificazione ambientale attraverso la rimozione dei nidi nelle aree infestate, da effettuarsi nel primo periodo invernale in quanto le larve non hanno ancora sviluppato i peli urticanti.
Ormai è da anni che in questo periodo dell’anno si moltiplicano le segnalazioni soprattutto nelle aree collinari del capoluogo come Povo, Villazzano, Vigo Meano, probabilmente anche in considerazione del fatto che diverse aree boschive attorno alla città sono di proprietà di privati. La periodicità di diffusione e di aumento della popolazione è una caratteristica biologica propria di questo lepidottero e che la letteratura considera solita ripetersi ad intervalli abbastanza regolari di circa 7-8 anni, ma di fatto, ormai cronicamente, la situazione si ripresenta ogni anno in diverse zone del Trentino anche ad alta frequentazione turistica, come la zona del Garda, la Valle dei Laghi e anche in bassa Val di Non e nelle sopra citate colline di Trento.
Nessun intervento di controllo è di fatto in grado di impedire nuovi aumenti della popolazione a distanza di tempo, ma vista la situazione è lecito il dubbio che gli interventi di lotta attuati in queste zone non abbiano avuto il dovuto impatto nel contrasto al lepidottero.
Premesso quanto sopra, si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere:
1. quanti e quali sono gli interventi di lotta (mezzi agronomici, meccanici, biologici e chimici) effettivamente attuati negli ultimi 7 anni sulla collina est di Trento;
2. se nelle zone boschive di proprietà di privati la Provincia ha provveduto a segnalare la necessità d’intervento, far rispettare l’obbligo di lotta alla Processionaria del pino ed eventualmente in che modalità;
3. a quanto ammontano le risorse che la PAT ha stanziato per la lotta alla Processionaria del pino, e qual è il loro trend negli ultimi sette anni;
4. quali sono le stime previsionali sull’andamento delle infestazioni e della loro intensità;
5. se esiste e se è possibile avere la mappa aggiornata delle aree boschive colpite da processionaria e quella degli ultimi sette anni;
6. quali sono i dati relativi al numero di nidi per pianta individuati nei casi risultati superiori alla soglia di intervento.
A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.
Cons. Claudio Cia