L’emergenza profughi, che sta investendo il sud Italia, a macchia d’olio sta interessando un po’ tutto il Paese e i mass media già rilevano l’insorgere di criticità che generano paure e tensioni sociali tra la gente.
Il 28 marzo avevo posto al signor Sindaco una domanda di attualità chiedendo se, anche la città di Trento, era destinata diventare luogo di “approdo” per profughi in fuga da guerre e povertà. Allora la risposta fu che in città non erano previsti arrivi e che qualora il problema si sarebbe presentato, il Consiglio comunale sarebbe stato tempestivamente informato.
In realtà l’informazione ci è arrivata ma da altre fonti: attraverso i pulpiti di alcune chiese e da un volantino della Caritas Diocesana distribuito ai fedeli. Da tale informativa si apprende che dalla data odierna (23 maggio) sono attive a Trento due strutture che permetteranno di cominciare a rispondere al bisogno di alloggio e socializzazione di queste persone. Presso Casa Briamasco in via San Severino saranno presenti 18 posti letto mentre presso l’ex Casa del Clero di via Saluga sono previste alcune attività diurne, a partire dal pranzo.
Con l’obiettivo di garantire tale accoglienza la Caritas diocesana e la Fondazione Comunità Solidale, rivolgendosi alla cittadinanza, chiedono la disponibilità per due principali ambiti di servizio: la presenza notturna (con almeno due volontari a notte) con orario 21 – 7 (o 8.30) e il supporto per attività diurne presso l’ex Casa del Clero con orario tra le 12 e le 17.30. A tal fine lunedì 23 maggio è previsto un incontro con quanti si rendono disponibili ad attuare il progetto.
Premesso quanto sopra chiedo al signor Sindaco di sapere:
- se può riferire come mai il Consiglio comunale non è stato informato e reso partecipe di questa iniziativa che coinvolge la città;
- se ci può informare sugli sviluppi della questione profughi dalla data del 28 marzo ad oggi.