Un estratto del mio intervento in aula:
«C’è una sostanziale differenza tra la politica e la ragioneria. E compito della politica è tenere in considerazione anche aspetti che i numeri della ragioneria non giustificherebbero. Se fosse per il vostro approccio ragionieristico allora possiamo direttamente chiudere anche il Santa Chiara… dopotutto l’ospedale di Verona è a solo un’ora di macchina!
La verità è che certi politici fanno i politici quando si tratta di tenere in piedi privilegi che sarebbero ingiustificabili dal punto di vista ragionieristico, mentre fanno i ragionieri quando c’è di mezzo la vita e il benessere dei cittadini.
L’assessore continua a ripetere come un mantra che il presidio di guardia medica non è un servizio di urgenza. Bene, e cosa fa? Invece che ringraziare che ci sono ancora dei cittadini che riconoscono che la loro non è un’urgenza, e ringraziare che non si fiondano a fare code al pronto soccorso… lei dice che sono troppo pochi. Ma io dico, meno male che sono pochi! Ma se andiamo avanti così è inevitabile che i numeri aumenteranno, anzi, sa cosa le dico. Che probabilmente è questo l’unico obiettivo che si può intravedere dietro a tutta questa operazione. Costringere i cittadini trentini a intasare il pronto soccorso della città. Se come lei dice la guardia medica non è un servizio d’urgenza… a chi devono rivolgersi queste persone? L’unica opzione che gli resta è: o lasciar perdere la salute e fare finta di niente sperando in bene… o andare al pronto soccorso con tutti i disagi del caso e pagarsi il ticket.
E quando tra qualche anno i cittadini saranno talmente esasperati, cittadini ed operatori, per la situazione intollerabile che si creerà, allora saranno loro stessi a invocare a gran voce un nuovo ospedale, legittimando la vostra politica, che prevede muri, invece di servizi.
Muri, invece di servizi… questa è la politica che portate avanti.
L’assessore continua a ripetere che si pagano 220 mila euro l’anno per ogni presidio di guardia medica. Ma quando noi le ricordiamo il saldo negativo della mobilità sanitaria di 16,5 milioni di euro all’anno (i trentini che vanno a farsi curare fuori provincia)… si ricorda cosa mi risponde sempre? Che rappresenta in percentuale meno del 2% del bilancio complessivo dell’Azienda Sanitaria, quindi in termini relativi, cito le sue parole “una quota abbastanza marginale”. Cosa rappresentano quindi quei 2 milioni derivanti dai tagli alle guardie mediche di fronte ai 16,5 milioni “marginali” della mobilità passiva? Glielo dico io: una presa in giro.»
Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 28 settembre 2016:
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 28 settembre 2016: