Dopo i risultati usciti dalle elezioni del 4 marzo, che in Trentino hanno promosso a pieni voti il centrodestra autonomista, il centrosinistra improvvisamente si è ritrovato spogliato delle sue certezze. I suoi leader erano certi di vincere in tutti i collegi, di fare il botto, e di confermare la propria supremazia anche al voto in autunno, quando i trentini saranno chiamati ad esprimersi sulla giunta provinciale. La lontananza dalla quotidianità vissuta della gente ha fatto perdere a loro il passo con la storia di questa terra ed è questo il loro vero tallone di Achille.
Ora siamo alla resa dei conti, Rossi e compagni sono sull’orlo del divorzio e questo non deve meravigliare visto che già da tempo si comportano come separati in casa. A parte il Patt, nessun’altra forza politica (Pd e Upt) vuole riproporre Rossi come presidente e questi ne è conscio. Ha provato a forzare la mano minacciando nuove alleanze, “il Patt è pronto a cambiare schema”, ma nessuno se ne sta preoccupando, tanto sono indaffarati a recuperare i cocci di un consenso che non c’è più. Rossi è politicamente finito.
A questo punto, se al Patt gli si garantisse la presidenza questi passerebbe senza indugio con il centrodestra autonomista nonostante sia costituito anche dai tanto detestati partiti populisti. Questo non deve succedere, è la coerenza che lo impone, sarebbe un affronto all’elettorato proporre Rossi come alternativa a Rossi. Dunque anche nel centrodestra autonomista per lui non ci può essere futuro, mentre c’è per i tanti veri autonomisti che in parte sono già confluiti nella Lega.
È di questi giorni l’indiscrezione che il Patt potrebbe mettersi alla guida di un quarto polo fatto di civiche (?) alternativo al centrosinistra, al centrodestra e al Movimento 5 stelle. Se è vero che non avrebbe nessuna chance di vittoria è anche vero che potrebbe condizionare l’esito finale del voto a tal punto da limitare il margine di successo alla coalizione vincente (18 consiglieri su 35) tanto da costringerla poi a cercare in aula una maggioranza più ampia imbarcando chi fosse più funzionale a ciò, magari proprio il Patt di Rossi e Panizza che per le loro ambizioni hanno messo in pericolo la bontà e la credibilità della nostra autonomia. Insomma, il centrodestra autonomista deve vigilare e lavorare compatto affinché quello che non si vuole far entrare dalla porta non entri dalla finestra. In questo ci dovranno dare una mano gli elettori riproducendo in ottobre il risultato del 4 marzo.
Cons. Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “Corriere del Trentino” del 3 aprile 2018:
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 3 aprile 2018: