Pochi giorni dopo aver segnalato una carenza nel sistema di pulizie dell’Ospedale Santa Chiara, mi trovo nuovamente a dover evidenziare preoccupanti situazioni che riguardano il nostro principale presidio ospedaliero.
Le immagini che mi sono pervenute mostrano scompartimenti e stanze, su diversi piani all’interno della struttura, colme di sacchi della spazzatura al punto tale da non permettere la chiusura della porta d’ingresso. Da informazioni circostanziate, in queste stanze i sacchi neri, spesso laceri perché inadatti a contenere i prodotti di scarto dell’attività ospedaliera, si accumulano per giorni e giorni, emanando un fetore nauseabondo che non si disperde a causa dell’assenza di finestre, propagandosi invece nel corridoio dove transita non solo il personale, ma anche persone fragili, malate o appena operate. Emergono inoltre ulteriori aspetti preoccupanti: alcune immagini mostrano come i sacchi neri vengano stoccati accanto a quelli gialli, contenenti biancheria dei reparti “non-Covid”, ed a quelli di colore rosso, riempiti di biancheria dei reparti “Covid”; i sacchetti appaiono malamente sigillati e viene spontaneo chiedersi dunque come sia possibile che questi siano lasciati in un vano comune e non in ambienti separati, con una spaventosa assenza di misure igieniche e di contrasto alla diffusione del Coronavirus.
La colpa non è certo da attribuire a medici, infermieri ed OSS che in questo anno di pandemia hanno svolto un lavoro encomiabile, ma non è nemmeno degli operatori che quotidianamente si adoperano per le pulizie della struttura, e lo fanno spesso in condizioni di difficoltà. A quanto si apprende infatti il problema parrebbe riconducibile ad un significativo taglio del personale per le pulizie, passato da 200 unità a meno di 130; inoltre, sembrerebbe essere stato ridotto l’orario di lavoro di buona parte degli addetti, passando dalle 7 ore giornaliere a 5. In un simile contesto avviene che un operatore si ritrovi a dover pulire due reparti, circa 40 stanze, in sole 5 ore, dovendo anche vuotare e sostituire i sacchi dell’immondizia, operazione che da sola può richiedere più di un’ora in quanto i sacchi medesimi vanno poi messi nei carrelli e trascinati ai compattatori, ove i rifiuti dovrebbero infine essere differenziati. Risulta evidente come in un lasso di tempo limitato sia quasi impossibile unire questa attività con la necessaria e accurata sanificazione dei reparti, integrata nell’ultimo anno con ulteriori e più frequenti procedure per evitare la diffusione del Covid.
Infine, la contrazione degli operatori per le pulizie parrebbe andare di pari passo con ispezioni sempre più sporadiche e controlli lassisti da parte degli uffici preposti, che hanno consentito, a quanto pare, il protrarsi di queste situazioni incresciose negli ultimi mesi. Ci tengo a ricordare come già prima dell’emergenza Covid-19 le infezioni ospedaliere uccidessero in Italia circa 50mila pazienti all’anno, segno evidente di una tendenza ad investire davvero poco in prevenzione. Auspico fortemente che questa a mia lettera seguano tutti i controlli del caso a tutela della salute dei cittadini, perché non possiamo assolutamente permetterci di abbassare la soglia di attenzione sulla prevenzione e sulle misure igieniche all’interno delle strutture sanitarie provinciali.
Cons. Claudio Cia – Fratelli d’Italia
Di seguito la documentazione fotografica alla quale si fa riferimento nella lettera: