Oggi la quarta commissione del consiglio provinciale, quella che si occupa di sanità, si è ritrovata presso l’Ospedale di Cavalese per effettuare un incontro con i rappresentanti dei comuni e della comunità di Fiemme e Fassa sulle tematiche dei servizi socio-sanitari e per effettuare un sopralluogo presso la struttura ospedaliera, incontrando i referenti della struttura.
Ad una domanda del consigliere di Agire Claudio Cia, con la quale chiedeva lumi sui tempi per la riapertura del punto nascite, il direttore generale dell’APSS Paolo Bordon si è sbilanciato indicando il mese di luglio come ipotesi di termine per riuscire a reperire il personale sufficiente a rispettare i parametri tali da permettere la riapertura del punto nascita prevista presumibilmente a settembre.
Nel corso della giornata è stato inoltre annunciato che per quanto riguarda la nuova struttura ospedaliera di Cavalese i progetti dovrebbero essere esaminati a breve, consentendo l’inizio dei lavori nel 2018, la cui conclusione è ipotizzata nel 2020-2021.
Sempre il consigliere Claudio Cia, fa notare che quello del nuovo ospedale di Cavalese è uno di quelli argomenti che si trascinano da anni, con promesse che si ritrovavano già nell’accordo che era stato firmato tra Comunità di valle e Provincia una settimana prima della campagna elettorale 2013, quando l’Assessore alla sanità era Ugo Rossi. «Evidentemente – chiosa il Consigliere di Agire –, la campagna elettorale è ripartita in vista delle elezioni del 2018. Si spera che anche questa volta non si tratti solo di promesse elettorali, ma che ci sia qualche speranza di concretezza».
Cons. Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 6 maggio 2017:
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 6 maggio 2017 (tratto dal comunicato stampa PAT… da notare i toni mielosi verso i consiglieri di maggioranza):
Come prima cosa sarebbe importante che una buona parte di politici, ma anche di cittadini comuni scenda quel centinaio di metri, ed appena i piedi toccano a terra faccia un giro a 360 gradi, tanto per abituarsi all’insolita posizione e … veda le cose come realmente sono …. Sbattersi per cercare di tenere aperto un ospedale per cui è stata decisa la chiusura ben 10 anni fa dall’allora, ma ancora attuale, forza politica governante in accordo con l’azienda sanitaria può essere per chi è in buona fede, ovvero non vede oltre ciò che gli raccontano determinate persone, un opera caritatevole, per gli altri è fumo negli occhi per raggiungere lo scopo prefissato. Certo chiudere un ospedale senza provocare proteste popolari o peggio perdite di voti non è facile, ci vuole tempo .. ma dopo 10 anni l’operazione è a buon punto ed andrà sicuramente a termine siccome la PAT da Degasperi ad oggi non ha mai avuto alternanza politica e (secondo il mio senso “ottimista” che valuta la “crapa” dei trentini) con l’enorme forza clientelare costruita in settant’anni di governo non l’avrà mai. Detto questo, costruire un nuovo ospedale con il progetto di non utilizzarlo, ma solo distribuire soldi agli amici e creare nuovo clientelismo con i soldi dei contribuenti mi sembra semplicemente pazzesco. Per quanto riguarda l’ospedale odierno, costruito dai nostri nonni ed anch’esso in futuro abbandonato o comunque notevolmente ridimensionato, sono rammaricato della scelta, da parte della Magnifica, dell’averlo consegnato alla PAT, poteva essere ora una stupenda clinica privata o meglio ancora cooperativa, con ottime possibilità di convenzione con la PAT, essendo disagiati per la distanza da Trento, e funzionare in maniera eccellente … invece rischia una conversione degli spazi che, visto il particolare momento storico non vorrei veder trasformata in un C.A.R.A. …. in fondo iniettare in Fiemme una buona quantità di africani potrebbe risolvere sia il problema di popolarità di alcune persone che rivolgere ad altri problemi l’attenzione della popolazione !!!