Quei 100.000 euro che tengono in piedi il Bondone…

Questa interrogazione risale a gennaio 2013. Avevo notato che erano stati stanziati 100.000 euro per finanziare lo sconto su tariffe skipass stagionali degli impianti di discesa per il Monte Bondone, rivolto ai residenti del Comune di Trento. Io personalmente non sono contrario ad agevolare attività ricreative, di svago e anche di aggregazione, ma lo ritengo quantomeno inopportuno in tempi di vacche magre, mentre continuiamo a dirci che non sappiamo più dove recuperare risorse e ogni volta che si deve pensare al bilancio cominciamo tre mesi prima a leggere sul giornale che bisogna tagliare da una parte e recuperare dall’altra…

Pertanto, in tempo di vacche magre ritengo che ci siano importanti priorità a cui dare ascolto e a cui destinare queste risorse – questo è un mio parere – ad esempio asili nido, trasporto pubblico, assistenza agli anziani, contenimento delle tariffe ASIS, mense scolastiche, padri separati che dormono in macchina, e chi più ne ha, più ne metta.

In questo tempo di povertà, ristrettezza e incertezza verso il futuro, che angoscia le famiglie e i singoli individui, la sensazione è che a questo finanziamento la stragrande maggioranza dei cittadini non potrà comunque accedere, perché credo che uno che non riesce a pagare le utenze (penso a gas, luce…) non riesce a garantirsi una spesa alimentare dignitosa, sicuramente non è una persona che può permettersi di indossare degli sci. Mentre l’opportunità di questi contributi verrà ampiamente sfruttata da chi, probabilmente, non ne avrebbe neppure bisogno. Come si suol dire, piove sempre sul bagnato.

Interrogo il signor Sindaco e l’Assessore competente chiedendo:

  • se non ritengano inopportuno questo tipo di finanziamento, che ha tolto e toglie risorse che potrebbero essere impiegate per attenuare il rincaro delle tariffe dei Servizi assistenziali;
  • se non ritengano assurdo che, per accedere a tariffe e agevolazioni per tutti i Servizi assistenziali sia richiesta la dichiarazione ICEF, mentre per questa agevolazione dei 100.000 per andare a sciare, per divertirsi, non è richiesto alcun tipo di dichiarazione, se non quella di essere residente.

Riporto direttamente la risposta dell’Assessore:

L’intervento di sostegno per l’acquisto di skipass da parte di nostri residenti risponde alla volontà della nostra Amministrazione di incentivare la pratica dello sport, una pratica sana, che si svolge all’aria aperta e che fa parte della tradizione del nostro territorio. Si tratta, pertanto, di un intervento analogo a quelli che il nostro Comune sostiene per altre discipline sportive, anche in tempi di vacche magre. Questi interventi a carico del bilancio comunale e a favore dello sport, per la sola gestione degli impianti sportivi hanno comportato un impegno di spesa (contribuiti ASIS) pari a circa 6 milioni annui nell’ultimo triennio, e credo che nessuno si sogni di ridurli drasticamente. Al contrario, il contributo a favore dell’acquisto di skipass è stato dimezzato in questo periodo: da 200.000 euro siamo passati a 100.000 euro.
Il sostegno non è generalizzato, come lo era stato in passato, ma è indirizzato a due specifiche categorie. La prima categoria è quella dei giovani fino a 18 anni (oltre i quali non si ha nessuna agevolazione); la seconda, le famiglie. Da due anni a questa parte abbiamo abolito i contributi skipass per adulti, senior, super senior e anche il contributo per i transiti giornalieri, è rimasto solo il contributo per gli acquisti annuali.

In totale nell’ultima stagione, la 2012/2013, hanno usufruito dell’agevolazione 690 ragazzi, di cui 419 di età inferiore agli 8 anni. Inoltre, assieme a questa agevolazione, sono partiti una serie di corsi di sci rivolti a bambini e ragazzi frequentanti la scuola elementare e media, che hanno
coinvolto 144 ragazzi, il doppio rispetto all’anno precedente. Tutto questo ricordando che l’ultima stagione non è stata particolarmente favorevole dal punto di vista meteorologico. Per quanto riguarda le famiglie, sono state 100 quelle che hanno usufruito di questo bonus per acquisto, mentre nella stagione precedente erano state 70.

100.000 euro sono una discreta somma, sono però meno del 2 per cento dell’importo che il Comune destina ad altre strutture sportive. Bisogna peraltro sottolineare che lo sci non è uno sport come tutti gli altri, infatti ha un’importante ricaduta sulla nostra economia. La società Trento Funivie S.p.A., che gestisce gli impianti, ritiene essenziale per la propria sopravvivenza il contributo indiretto che al suo bilancio deriva da questa iniziativa di sostegno, e ci tengo a sottolineare questo aspetto. Si può calcolare che dall’operazione skipass residenti consegua un fatturato aggiuntivo pari a due o tre volte il contributo comunale; infatti, oltre al sostegno del Comune, c’è la spesa che sostengono i diretti interessati e, naturalmente, ci sono gli adulti che accompagnano questi ragazzi, non in modo continuativo, ma periodicamente.

Tenendo conto che le spese per la gestione degli impianti sono praticamente fisse, è evidente che togliere questo incentivo porterebbe a due scenari, sostanzialmente, che illustro affinché ci capiamo: meno fatturato, necessità di coprire il deficit di bilancio che si aprirebbe, per un importo pari a due o tre volte quello che sostiene il Comune (magari li paga la Provincia, però si tratta sempre di soldi della collettività); l’alternativa è chiudere la società. Allora vorrei ricordare lo scenario, perché non l’abbiamo scelto noi ora: è una scelta che deriva dal passato quella di sostenere gli impianti, di rifare la società Trento Funivie, e vorrei ricordare cosa comporterebbe questo scenario, perché abbiamo fatto due conti, in quanto non è pensabile che, una volta tolti gli impianti, gli alberghi che si trovano in quota possano ristrutturarsi in modo rapido, anche perché non navigano nell’oro. Perciò una dismissione impianti comporterebbe un urto troppo forte per far continuare la sussistenza di queste strutture, che praticamente dovrebbero essere chiuse. Sono circa centomila le presenze alberghiere che verrebbero a mancare sulla piazza di Trento; questo significa, ad occhio, circa 8 milioni di euro di PIL in meno per la nostra economia, tenendo conto che le presenze alberghiere – alle quali mi limito, senza considerare gli escursionisti che si fermano un giorno e poi tornano a casa – comportano circa, appunto, 8 milioni di PIL in meno, 150 posti di lavoro in meno, equivalenti naturalmente (sono 350 in piena stagione), 3 milioni di entrate tributarie in meno per la nostra Provincia.

Quindi il sostegno che noi diamo alle famiglie, ai ragazzi per godere di questa fortuna che abbiamo di essere in una natura così bella, tra le montagne e la neve, è anche un sostegno all’economia e quindi, non a caso, lo sto gestendo io con il mio Assessorato. Eliminarlo comporterebbe un danno molto grave per la nostra economia e anche per le persone deboli e in difficoltà che lei sta citando. Concludendo, siamo in periodo di vacche magre, ma proprio per questo l’errore più grosso che si può fare è quello di sopprimere la vacca per mangiarla, rimanendo poi senza latte.

 

Esito dell'iniziativa

 

Interrogazione del 7 gennaio 2013. Risposta ricevuta l’8 ottobre 2013.

 

Leggi l’estratto del verbale della seduta consiliare.

 

Allegato:

 

Il verbale della seduta consiliare:

Inopportuno finanziamento – risposta

 

 

Qualche commento sulla risposta dell’Assessore:

 

Il problema, Assessore, è che la vacca la mangiano sempre gli stessi…

 

Nella risposta si ripete più volte che la volontà dell’Amministrazione è quella di incentivare lo sport. In realtà sarebbe forse più corretto dire “attività fisica”, che è un concetto meno legato ad impianti e società sportive, ma in ogni caso questo buon proposito ai fatti si dimostra poco veritiero.

 

Vorrei ricordare che, per esempio, se non fosse stato per un insistente intervento di tanti cittadini che hanno firmato una petizione (vedi post) che ho portato a suo tempo in Comune, quest’estate l’Amministrazione non avrebbe esitato a chiudere gli spazi di acqua interni di una piscina, o il Palaghiaccio chiuso da fine marzo a settembre (vedi post). Il programma ASIS, sempre per quanto riguarda le piscine, è quello di chiuderle saltuariamente con la scusa della manutenzione. Sappiamo benissimo che il motivo non è questo, ma è sempre relativo alle risorse. Se io devo cercare di incentivare lo sport, devo cercare di farlo intervenendo là dove i cittadini possano usufruirne il più possibile.

 

Chi può andare a sciare più volte durante una stagione, non rinuncerà certo a causa del mancato contributo del Comune, mentre magari chi volesse nuotare, se avesse una tariffa diversa da quella imposta dall’ASIS, forse accederebbe più assiduamente agli impianti, che sono di accesso molto più immediato.

 

La risposta dell’Assessore fa comunque pensare. Se effettivamente spostare 100.000€ dal  finanziamento di sconti agli skipass stagionali comportasse il collasso dell’economia Provinciale annunciato dall’Assessore, che parla addirittura di 8 milioni di PIL in menoche futuro c’è per questa montagna? E’ pensabile che il sistema che ruota intorno a questa montagna sia retto da 100.000€? Ripeto… se tolgo 100.000€ di sconti agli skipass crolla tutto il Bondone? Allora probabilmente è tutto sbagliato, perchè una stazione sciistica non può stare in piedi grazie a questi palliativi… un placebo.

 

Tanti i numeri snocciolati dall’Assessore, il pensiero a Trento Funivie S.p.A, ma per comparazione non porta anche i numeri di cosa provoca il rincaro alle tariffe dei servizi assistenziali. Eh no… in questo caso non ha solertemente quantificato le ricadute economiche sulla collettività, non sapremo quanto calerà il PIL, i “deficit di bilancio” famigliari non saranno affare dell’Assessore

 

Non una parola infine sul fatto che per accedere a tariffe e agevolazioni per tutti i servizi assistenziali sia richiesta la dichiarazione ICEF, mentre per questa agevolazione dei 100.000 per andare a sciare, per divertirsi, non è richiesto alcun tipo di dichiarazione, se non quella di essere residente…

 

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