Quel cratere alle Viote è il valore aggiunto lasciato in Bondone?

La politica di quest’Amministrazione parla spesso di rilancio del Bondone, di mobilità integrata e di basso impatto ambientale. Proprio su questa montagna si può toccare con mano come queste parole siano solo tristi slogan e il paesaggio ne è il silenzioso testimone.

Il versante da Vason a Vaneze è ormai  da anni sacrificato allo sci da discesa, con il triste contrasto di nuovi grandi alberghi che crescono tra vecchie villette, condomini e residence completamente chiusi e ormai in abbandono.

Per non parlare dei nuovi “cantieri” che stanno preparando le piste di freestyle per le universiadi.

La piana delle Viote era nota per essere un’area di particolare interesse naturalistico, tanto che ospita la cosiddetta “Riserva Naturale Integrale delle tre cime del Bondone”. Ora lo spettacolo è desolante. I grandi parcheggi, che hanno sollevato ampie polemiche durante la loro costruzione, sono ora deserti a parte qualche camper con antenna parabolica. La posa del loro asfalto è stata preceduta dal riporto di centinaia di tonnellate di scarti di porfido, mentre subito a monte si trova la “torbiera” delle Viote, zona umida unica in Italia nella quale vegeta la pianta carnivora Drosera Rotundifolia.

La priorità di molte Amministrazioni è quella di ridurre l’utilizzo dei veicoli privati favorendo la mobilità sostenibile con efficienti trasporti pubblici, tanto più questo dovrebbe avvenire in un’area di tale valore naturalistico. Sul Bondone, invece di valorizzare i parcheggi già esistenti alle Rocce Rosse e potenziare i servizi di bus navetta di collegamento, ne sono stati costruiti di nuovi e ora la strada che li congiunge assomiglia più ad uno svincolo autostradale che ad una strada di montagna dimostrando una scarsa sensibilità nei confronti dell’ambiente e del paesaggio montano.

Viene da chiedersi perché un turista dovrebbe salire sul Bondone quando qui si ritrova esattamente lo stesso paesaggio urbano che voleva lasciarsi alle spalle: doppio ampio parcheggio asfaltato, strisce blu, rotatoria, parcheggio autobus, ponte, altro parcheggio, cumuli di terreno asportato, jersey di cemento armato, ecc…

E pensare che il 18 luglio 2011 “l’Adige online” riportava un roboante comunicato del Comune di Trento: «rientrano in un progetto più ampio di riordino e valorizzazione della Piana delle Viote i lavori per i parcheggi sulla Piana delle Viote. I lavori di rinaturazione sono già stati completati, mentre il riordino viabilistico vedrà il termine di alcuni lavori entro quest’autunno e la conclusione definitiva del progetto entro l’anno prossimo. L’attuale cantiere in essere ha durata biennale e prevede l’ampliamento del parcheggio del Rifugio Viote, l’eliminazione di quello antistante la capanna a favore del recupero naturalistico dell’area e della riorganizzazione delle piste da fondo  e la riduzione di quello posizionato dietro con lo spostamento della S.P. 25 (…) »

Il 3 gennaio 2012 il “Trentino” riportava il commento dell’Assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi: «i lavori verranno ultimati entro la fine del 2012 e le Viote saranno più belle di prima» e che «il nuovo parcheggio costruito recentemente dietro la scuola di sci e il ristorante sostituirà quello antistante la struttura che, secondo il progetto, verrà eliminato nel giro di qualche mese»

Ora siamo nell’estate 2013, per cui diciamo che potrebbe essere l’ora di trarre un bilancio della situazione.

I grandi parcheggi costruiti sono vuoti, l’area attorno alla “capanna delle Viote” ha assunto le sembianze di un cratere lunare, l’erba non sta crescendo sull’arida terra che ora è in bella vista, le autovetture sono ancora parcheggiate davanti alla “capanna” tra il bar e il paesaggio delle tre cime con buona pace del recupero naturalistico dell’area. Per giunta la citata “rinaturazione” non è visibile ad occhio umano e le Viote, non prendiamoci in giro… non sono più belle di prima.

Mentre in altre parti del mondo la cementificazione e l’anteposizione del capitale alla ragione e alla responsabilità ambientale e sociale non sono più di moda, sembra che a Trento l’Amministrazione comunale sia invece un po’ nostalgica.

Premesso quanto sopra si chiede al Signor Sindaco di sapere:

  • se ci sono i presupposti per un immediato ripristino ambientale della piana, nella consapevolezza che più che ripristinare si può solo “mascherare” le mostruosità obbrobriose prodotte;
  • se intende attivarsi per una politica che si astenga dall’infierire ulteriormente su questo patrimonio ambientale, impegnandosi ad introdurre nel prossimo piano territoriale un progetto di sviluppo per il Bondone che preveda “impatto zero che, sembra superfluo specificare, non significa “crescita zero”, ma ad esempio che preveda la rimozione o il recupero dei vecchi complessi non utilizzati e la rinaturazione delle aree ora tristemente antropizzate, senza intaccare nuovo territorio;
  • se è possibile inserire il Monte Bondone nel progetto “Impatto Zero” di LifeGate consapevoli che la precondizione necessaria è la credibilità di chi aderisce all’iniziativa;
  • se può rendicontare costi ed entrate relativi ai “progetti di riordino e valorizzazione della piana delle Viote” e di “rilancio del Bondone;
  • se può indicare chi ha autorizzato i vari tipi di interventi e chi si doveva occupare del ripristino naturalistico dell’area;
  • se è al corrente che in questi giorni degli sconosciuti, presi dall’euforia della Trento-Bondone, utilizzano indisturbati il parcheggio delle Viote come circuito di gara.

Esito dell'iniziativa

 

Interrogazione inviata il 12 luglio 2013.

 

Risposta dell’Assessore competente nella seduta del 29 gennaio 2014. Leggi la risposta:

 

estratto verbale – Bondone

 

 

Guarda il video:

 

 

 

Allegati:

 

Leggi gli articoli sui quotidiani: Che brutte le Viote spelacchiate

 

Leggi gli interventi degli ultimi mesi sull’argomento: dibattito sul Bondone…

2 commenti

  1. Quello della Viote deve rimanere negli annali di come si sprecano inutilmente i soldi della comunità, cioè i nostri soldi, con un intervento che più stupido non può essere, oltre che di impatto negativo sull’ ambiente. Esempio ecclatante è il viadotto con piloni inclinati per aprire un varco sotto la strada per fare passare il battipista ove bastava una larghezza massima di 8 metri, adeguata anche per due sensi di passaggio degli sciatori. Il concetto di portare l’ ambiente cittadino ai 1600 metri delle Viote, (asfalto, striscie blu, parcometri ecc) dimostra l’ inadeguatezza di certi amministratori e dei tecnici che li hanno supportati. Inoltre sembra che il concetto adottato sia stato quello di spendere il più possibile, indipendentemente dalla utilità e dal ritorno economico. Di tutto questo la prova è il ritardo con cui si vanno a concludere i lavori, con un danno di immagine per il Bondone tutto.Speriamo che in futuro questa montagna venga considerata come un gioiello che appartiene a tutte le comunità che vivono ai suoi piedi, per cui gli interventi vengano concordati tra tutte esse, perchè delle scelte sbagliate portano danno non solo al comune che esegue i lavori, ma anche agli altri.

  2. Mi complimento con Cia per il reportage sui disastri del Bondone. Quello che lascia stupefatti è che non sia ancora chiaro CHI sia il responsabile di questo scempio continuo. Magari è ancora al suo posto a fare ulteriorI danni. Le Viote si erano quasi salvate finora, ora l’urbanizzazione demenziale è arrivata anche nella (ex) magnifica piana sotto le Tre Cime. Purtroppo, oltre alle solite speculazioni indecenti, manca qualsivoglia cultura del PAESAGGIO, continuamente aggredito e compromesso da pseudo “riqualificazioni” che sono un insulto all’intelligenza. Qui in questa gallery c’è un vasto campionario che ho raccolto negli ultim anni e che testimonia la distruzione scellerata del paesaggio trentino: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.3392892234150.143127.1624996266&type=1&l=58709617fb

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