Il giudice Giuseppe Serao ha assolto dall’accusa di diffamazione, «perché il fatto non costituisce reato», Claudio Cia e Claudio Taverna. La querela contro il consigliere provinciale di AGIRE e l’ex direttore responsabile del sito la Voce del Trentino era stata presentata da Livia Ferrario, dirigente generale del Dipartimento della conoscenza.
Le frasi «incriminate» erano contenute in un comunicato stampa di Cia del gennaio 2017 che riguardava l’assegnazione delle cattedre dei docenti della scuola trentina, dopo il braccio di ferro sull’esclusione dei diplomati magistrati, mentre a Taverna veniva imputato un ipotetico omesso controllo. A fare scattare la querela, in particolare, questa frase: «In questa vicenda abbiamo pure visto dirigenti provinciali assecondare la volontà del politico di turno a favore di Tizio piuttosto che di Caio, assecondando interessi privati, anziché curarsi di applicare la legge nel rispetto del bene comune». «Dichiarazioni lesive della mia professionalità e del ruolo che rivesto – aveva detto in aula la dirigente, assistita dall’avvocato Paolo Bonora – Da 30 anni lavoro con la Provincia ed ho sempre agito nel rispetto della legalità, della trasparenza e diligenza».
Le difese – l’avvocato Silva Fronza per Cia e Angelica Domenichelli per Taverna – avevano chiesto l’assoluzione dei due imputati per ragioni di diritto. Cia, nelle vesti di consigliere provinciale, secondo l’avvocato Fronza godeva dell’esimente soggettiva della non punibilità. Domenichelli sosteneva invece che Taverna andava assolto perché l’articolo 57 del codice penale non si applica alle testate online. Bisognerà attendere le motivazioni per capire le ragioni giuridiche della doppia assoluzione. Il giudice potrebbe anche aver valutato che la presa di posizione, pur dura, di Cia rientrava nel del diritto di critica.
«Prima di entrare in politica – commenta Cia soddisfatto per l’esito del processo – non avevo mai varcato la porta delle aule di giustizia. Da quando sono consigliere sono stato costretto più volte a difendermi: per carità sono sempre stato assolto, ma preferirei dedicare tempo e denaro per le spese legali ai cittadini. In questi anni ho speso circa 60 mila euro in avvocati, ho contribuito così a far girare l’economia del Foro di Trento. Diciamo che ho imparato a caro prezzo quanto sia difficile fare il consigliere provinciale d’opposizione se non sei un cortigiano». Nei prossimi giorni Cia sarà a Bolzano per un’altra udienza in cui è imputato per diffamazione (con richiesta di archiviazione) querelato da un sindaco che non ha gradito un’interrogazione.
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 22 settembre 2018:
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 22 settembre 2018:
L’articolo sul quotidiano “Corriere del Trentino” del 22 settembre 2018: