Ragazzo morto nel degrado all’ex mensa Santa Chiara

Degrado, edifici abbandonati, povertà e scarsità di controlli sulle zone che si sa essere “sensibili” sono gli ingredienti della purtroppo ennesima morte in solitudine in un angolo buio nel cuore della città, che testimoniano anche l’assenza di una realistica programmazione e gestione di un’accoglienza responsabile.

La domanda è fondamentale: “abbiamo fatto quello che potevamo e dovevamo fare perché non accadesse?”. Qualcuno gli aveva messo in mano un pezzo di carta con scritto “permesso di soggiorno”… basta questo per garantire ad una persona gli strumenti minimi per incamminarsi verso una vita dignitosa? Io non credo. Credo che l’accoglienza possa essere davvero genuina se è portata avanti responsabilmente. Pensare di accogliere senza i mezzi e gli strumenti adatti rischia di trasformarsi in un boomerang, con migliaia di disperati che non hanno del quale vivere, o che proprio per questo sono più soggetti all’essere sfruttati o portati da questa situazione a delinquere pur di poter mangiare.

Ogni volta che vengono alla luce questi fatti per qualche giorno si attivano e vanno in fibrillazione Sindaco, Assessori, Assistenti Sociali, Questore, e chi più ne ha più ne metta, poi tutto torna nel dimenticatoio e questa commedia si ripete ogni qualvolta uno di questi eventi si materializza. Appare dunque evidente che la città non è attualmente organizzata e capace di fare rete per dare risposte appropriate alle nuove povertà nostrane ed importate, ormai una costante anche sul nostro territorio.

Sicuramente se avessimo avuto qualche posto letto in più e qualche edificio abbandonato in meno, forse il finale di questa storia sarebbe stato diverso, ma nella consapevolezza che per quanti posti letto potremmo mettere a disposizione, dobbiamo sempre fare i conti con la nostra capacita ricettiva che non è illimitata. Questo è il prezzo che paghiamo per il buonismo ad ogni costo.

Esito dell'iniziativa

 

Comunicato inviato il 13 aprile 2015 al quotidiano “Corriere del Trentino” in aggiunta all’intervento del Presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza

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