Così ad uno sguardo esterno sembrerebbe proprio una regola “ad comunem”, quella che regolamenta lo smaltimento dei rifiuti all’interno degli uffici comunali. Di qualunque cosa si tratti non riguarda solo un piccolo ufficio, ma riguarda molte persone infatti i dipendenti del Comune di Trento risultavano 1557 al 31/08/2011 (circa il 70% dei Comuni in Provincia di Trento ha un numero inferiore di abitanti).
Questa piccola “popolazione” è soggetta ad un diverso tipo di raccolta differenziata rispetto ai normali abitanti del Comune di Trento infatti, come indicato da apposite circolari interne, si evidenzia che:
- non sono previsti contenitori per il vetro: gli imballaggi in vetro vanno dunque riportati a casa propria.
- non sono previsti contenitori per l’organico: gli eventuali scarti di cibo vanno dunque riportati a casa propria o conferiti nel residuo.
Oltre a queste comunicazioni circolano anche “poster” con il marchio di Dolomiti Energia con tanto di spiegazioni fatte ad immagini che illustrano con fotografie cosa gettare nel rifiuto residuo (“residual waste”), tra cui scarti di cibo, fazzoletti di carta e altro.
Appare quanto mai improbabile che un lavoratore che porti con sé, ad esempio, una banana, conservi la buccia per portarla “a casa propria” come intimato dagli avvisi interni. Sembra quindi scontata la fine di questi materiali nel bidone del rifiuto residuo.
Ora, dopo anni di discussioni pro-contro inceneritore, qualunque cittadino ha una minima formazione sul tema “rifiuti” e quasi tutti sanno che il problema delle discariche dipende dal fatto che in esse sono finiti, nel corso degli anni, anche rifiuti “non secchi” e che, in quanto tali, portano ad una serie di problematiche ben note. Proprio mentre il Comune chiede ai cittadini di separare minuziosamente il “residuo secco” dalla frazione “umida-organica”, chi dovrebbe dare l’esempio sembra voler scavalcare dei semplici ostacoli “casalinghi” ai quali tutte le famiglie di Trento sono assoggettate. Siamo alle solite: “armiamoci e partite”…
Da questa premessa la domanda giunge spontanea e per questo il sottoscritto consigliere comunale interroga il signor Sindaco per sapere:
- perché non vengono fatte delle regole “ad personam” anche per altri soggetti?
- perché i portatori di stomie (dispositivi medici costituiti da sacchetti contenenti liquidi corporei) hanno meno diritto ad una norma dedicata?
- perché i pannolini biodegradabili non possono ad oggi essere smaltiti nel rifiuto organico a causa della burocrazia?
Questi sono solo alcuni esempi di cittadini che attendono delle norme adeguate e dedicate, prima del soggetto “Comune di Trento”.
Il vademecum per la raccolta differenziata negli uffici comunali: