Oltre ai 5.000 euro netti al mese, ai Consiglieri provinciali vengono riconosciuti anche 700 euro forfettari “a titolo di rimborso spese per l’esercizio del mandato“. E oltre a questi altri 750 euro mensili “per la partecipazione a incontri, sopralluoghi, visite, convegni, congressi o riunioni, attività di studio, corsi di approfondimento linguistici, corsi di formazione e corsi di aggiornamento“, specifica l’apposita legge regionale che definisce il trattamento economico degli eletti in Consiglio.
Soldi che in questo ultimo caso devono essere “debitamente documentati“, e che devono rientrare in queste specifiche categorie: “Biglietti per viaggi su mezzi pubblici e privati, indennità chilometrica, pedaggi autostradali, parcheggi, taxi, pasti fino a un massimo di 90 euro giornalieri, pernottamenti e prima colazione fino a un massimo di 220 euro giornalieri“. Dalle casse regionali escono anche, in aggiunta, i rimborsi per recarsi alle sedute del Consiglio regionale, e da quelle provinciali i rimborsi per recarsi alle sedute di quello provinciale, oltre al tragitto casa-gruppo consiliare.
C’è chi non ha mai chiesto un soldo, chi invece ha approfittato della possibilità di vedersi rimborsata ogni spesa: legittimamente, perché è la legge che lo consente, anche se scritta dai diretti interessati.
Tra chi non ha mai avanzato richieste di rimborso, in assoluto, il Consigliere di Fratelli d’Italia Claudio Cia.
L’articolo del “Corriere del Trentino” del 24.12.2021 da cui è estrapolato quanto riportato sopra:
L’articolo su “L’Adige” del 02.01.2022 che parla dei rimborsi chilometrici del 2021: