Rinuncia all’indennità per le sedute sull’ “identità di genere”

Comunicazione inviata all’Ufficio di Presidenza il 14 settembre 2015:

Egr. Sig.
Bruno Dorigatti
Presidente del Consiglio provinciale di Trento
SEDE

Oggetto: Rinuncia a quota di indennità.

A partire da domani, martedì 15 settembre, e fino a giovedì 17 settembre, l’aula del Consiglio provinciale sarà nuovamente impegnata nella trattazione del disegno di legge “Interventi di contrasto delle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o dall’intersessualità”. Si tratta – incredibilmente – dell’argomento più lungamente trattato dall’aula in questi primi due anni di legislatura.

Come esponente delle minoranze consiliari, non posso che ribadire che il nostro atteggiamento ostruzionistico ha inteso evidenziare tutte le (volute) ambiguità, le incongruenze legislative e la fragilità delle basi empiriche di un testo evidentemente ideologico, che peraltro non faceva parte del programma elettorale del Presidente della Provincia e della sua coalizione.

A questo punto non posso che manifestarLe un profondo disagio, che credo un uomo con la Sua storia personale possa comprendere, per una situazione che sta allargando sempre più la distanza tra cittadini e istituzioni e che sta ritardando in modo inaccettabile la trattazione, da parte del Consiglio, di questioni ben più aderenti ai problemi dei nostri concittadini, delle famiglie, delle imprese, dei giovani che cercano faticosamente lavoro, di coloro che il lavoro l’hanno perso, di persone anziane e ammalate che vivono i drammi della non autosufficienza. Ritengo non più eticamente accettabile che il calendario del Consiglio si debba adeguare al tentativo di colonizzazione ideologica di una lobby assolutamente minoritaria, che lamenta discriminazioni che sono già abbondantemente superate nella nostra comunità trentina, quand’anche ve ne fosse stata  traccia in passato.

Per quanto qui esposto, senza far venir meno evidentemente la mia presenza e il mio contributo ai lavori del Consiglio nei prossimi giorni, Le chiedo cortesemente di trasmettere agli uffici competenti la disposizione di trattenere dalla mia indennità mensile il corrispettivo delle tre giornate di presenza in aula, con connessa riduzione della base imponibile contributiva non ritenendo giusto addebitare alla collettività i costi di questo dibattito palesemente scollegato dai reali problemi della nostra comunità trentina.

La ringrazio per l’attenzione e La saluto cordialmente.

Cons. Claudio Cia

 

Risposta ricevuta dall’Ufficio di Presidenza il 14 settembre 2015, ore 15:00:

Egregio Cons. Cia,
ricevo la Sua cortese nota e provvedo ad inoltrarla per competenza agli Uffici del Consiglio regionale che provvedono agli emolumenti dei Sigg.i Consiglieri.
Cordialmente
Il Presidente del Consiglio provinciale
Buno Dorigatti
Aggiornamento del 28 settembre 2015:

Non prevedendo la normativa regionale la possibilità di rinunciare a parte dell’indennità (qui la comunicazione del Presidente del Consiglio regionale Chiara Avanzo: impossibilità restituzione parte indennità), per mantenere fede al mio impegno ho provveduto ad effettuare il bonifico di 555,00 euro (corrispondenti ai 3 giorni nei quali si è discusso il ddl omofobia) a favore di una ONLUS che promuove i valori della vita e della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.

Riporto in allegato copia del bonifico: bonifico associazione ProVita

Esito dell'iniziativa

 

La scelta di rinunciare allo stipendio per le sedute dedicate alla discussione di questo ddl arriva dall’ascolto delle perplessità della gente sul territorio nel corso dell’ultima settimana e l’ho ufficializzata la mattina del giorno precedente l’inizio della trattazione.

 

Quando gli stessi quotidiani danno già per certo un nuovo rinvio del ddl la gente mi chiede perché andiamo in aula a “perdere tempo” facendomi notare che veniamo comunque pagati, in questo caso per NON-prendere decisioni. Posso dare torto?

 

Da qui deriva il mio gesto di rinunciare all’indennità per il tempo dedicato al dibattito in questione. Non certo per mancanza di rispetto verso il Consiglio, del quale peraltro faccio parte, e men che meno nei confronti di qualcuno in particolare.

 

Ogni altra interpretazione è evidentemente frutto dell’idea personale di chi la propone e non ha corrispondenza con la realtà dei fatti.

 

 

 

 

L’articolo su “Secolo Trentino”: Claudio Cia rifiuta l’indennità per le sedute sull’ “identità di genere”

 

 

L’articolo su “La Voce del Trentino”: Claudio Cia rifiuta l’indennità per le sedute sull’ “identità di genere”

 

 

Gli articoli sulla stampa locale: Cia, rinuncio a tre giorni di indennità

 

 

Per approfondire si allega la relazione del Difensore civico sul ddl:

Relazione Difensore civico

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