L’agire dell’amministrazione comunale di Trento è a dir poco schizofrenico.
L’anno scorso avevo presentato in Consiglio comunale una mozione con cui chiedevo la gratuità dello smaltimento dei pannoloni per tutte le persone che vivono il disagio dell’incontinenza, permettendo così un risparmio di circa 700-800 euro l’anno. La proposta fu accolta ma la sua applicazione fu estremamente umiliante per quanti ne avrebbero potuto beneficiarne: a loro si impose di raccogliere i pannoloni, che ricordo è un rifiuto residuo, in sacchetti rossi forniti dal Comune e di esporli all’esterno delle rispettive abitazioni per poi essere ritirati assieme a quelli verdi anch’essi usati per differenziare il rifiuto residuo. Decisione insensata che ha obbligato a rendere di dominio pubblico un limite e una dipendenza. Una scelta che ha umiliato molte persone e che ha indotto altre a rinunciare all’agevolazione.
Non mi sono sottratto dal protestare con ogni mezzo e a chiedere soluzioni che fossero compatibili con il bisogno di riservatezza ma, da parte del Comune, sono state respinte le mie osservazioni con pubbliche e svariate giustificazioni a difesa del suo operato: recenti pronunciamenti del garante della privacy indicano l’assenza di problemi al riguardo, il sacchetto rosso permette di quantificare il numero di pannoloni smaltiti, disincentiva abusi, permette di identificare un rifiuto che in futuro potrebbe subire un processo di riciclo, ecc…
Ebbene, dopo pochi mesi i fatti rivelano quanto inconsistenti e fasulle fossero state le scusanti addotte: con il primo gennaio del 2014 i sacchetti rossi sono stati sostituiti con quelli verdi usati per raccogliere il comune rifiuto residuo e per giunta sono anche privi della dicitura “presidi sanitari” che era invece presente su quelli rossi. Questo è quello che documentano i sacchetti consegnati alle farmacie nell’ultima settimana di dicembre e che ho personalmente visionato.
Perché questa soluzione non poteva essere adottata subito, quando ho sollevato il problema evitando così l’umiliazione a tanti cittadini che vivono il limite dell’incontinenza? Forse perché questa Amministrazione è pasticciona e pare aver la vocazione di complicare la vita ai suoi cittadini invece di agevolarli. Ma ciò che più emerge da questa vicenda è la mancanza di umiltà che le permetta di riconoscere e dichiarare anche pubblicamente d’aver sbagliato; piuttosto si arrampica sui vetri per giustificarsi, ma si sa il tempo è galantuomo e puntuale, è buon testimone, è padre della verità!
Premesso quanto sopra si chiede al Signor Sindaco di sapere:
- se può indicare quanti sono stati i sacchetti rossi acquistati e qual è stato il loro costo;
- se non le sembra priva di logica la pretesa per cui le farmacie convenzionate, ricordo che per questo servizio non ricevono neppure un centesimo, sono tenute a recuperare la rimanenza dell’eventuale dotazione annuale dei sacchetti verdi, la dove nel volgere dei dodici mesi venisse a mancare la persona per cui sono stati dati.