Si segnala che alla data attuale l’interrogazione n. 3044/XV riguardante il fondo “Sanifonds Trentino” presentata il 3 maggio 2016 e con scadenza per la risposta prevista in data 17 giugno 2016, sollecitata in data 8 luglio, deve ancora ricevere risposta.
Il 12 aprile è stata organizzata una giornata informativa in grande stile presso la Sala della Cooperazione per spiegare cos’è il fondo integrativo Sanifonds. Un’iniziativa ampiamente pubblicizzata sui quotidiani locali con un’intera pagina dal titolo “Basta bugie su Sanifonds!”, assemblea informativa organizzata a 3 giorni dalla data utile per comunicare la propria non adesione, e alla quale hanno assistito 87 partecipanti.
Dopo tre interrogazioni del sottoscritto anche altri consiglieri hanno presentato le loro perplessità sul tema, e dalle risposte emerse risulta che su una platea di 38.337 dipendenti pubblici (numero per la verità che nell’ultimo anno ha subito oscillazioni nell’ordine delle più o meno mille unità), hanno aderito in 26.511. Questo significa che quasi 12 mila lavoratori hanno scelto volontariamente di inviare una richiesta di non adesione. Nonostante questo prosegue il mantra portato avanti da Presidente del fondo, Vice Presidente e sindacati aderenti al fondo secondo il quale “in molti di loro ci starebbero ripensando”, mantra ma che finora pare non abbia portato fortuna. Era infatti il 12 gennaio 2016 quando la Provincia comunicava il dato di circa 2500 comunicazioni di non adesione, aumentate il 17 marzo a 3205 e in occasione dell’assemblea del 12 aprile arrivato a circa 4800. Il 15 aprile anche CGIL, CISL E UIL comunicavano tramite i quotidiani locali «Sanifonds, in calo il numero di disdette», non è chiaro sulla base di quali evidenze numeriche, ora lievitate a quasi 12 mila in soli tre mesi.
Da notare che l’adesione era legata ad un meccanismo del tipo silenzio-assenso e che il lavoratore iscritto d’ufficio doveva comunicare in forma scritta la propria volontà di non aderire al fondo, pur in assenza di adeguata informazione e modulistica. Nonostante l’emorragia di 12 mila potenziali iscritti si è superato il numero di 22.000 iscritti con contratto pubblico, al raggiungimento del quale si sarebbero dovuti aggiungere anche i dipendenti con il contratto artigiani (12.000 in Trentino, attualmente iscritti al fondo di categoria) come previsto dall’accordo stipulato alla costituzione del Fondo tra l’Associazione Artigiani, sindacati e Provincia.
Solo il 7 gennaio 2016 il Presidente del fondo dichiarava ai quotidiani: «Noi ad oggi abbiamo in mano un file con 39.106 nominativi di dipendenti. Poi di ufficiale non c’è altro. Il cda è provvisorio e l’assemblea dei soci deciderà».
Premesso quanto sopra, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- quante sono le dichiarazioni di mancata adesione al fondo, con suddivisione per comparto, alla data di deposito della presente interrogazione;
- quanti sono i dipendenti pubblici effettivamente iscritti al fondo, con suddivisione per comparto, alla data di deposito della presente interrogazione;
- quando è previsto l’ingresso nel fondo del 12.000 dipendenti con il contratto artigiani, così come stabilito dall’accordo stipulato alla costituzione del fondo;
- se i 200 mila euro anticipati dalla Provincia sulla base di una inusuale richiesta avanzata dal Presidente del Fondo Roberto De Laurentis, con tanto di codice IBAN inviato direttamente al Presidente della Giunta provinciale Ugo Rossi per l’assunzione del responsabile, per le spese di affitto della sede e allestimento uffici, per la creazione di un sito web, utenze, cancelleria sono stati rimborsati alla Provincia, quando e in che modalità e in caso contrario quando questo avrà luogo;
- quando è prevista l’assemblea dei soci che designerà il CdA effettivo del fondo;
- con quale meccanismo i lavoratori del “Progettone” sono stati iscritti al fondo Sanifonds pur non essendo questi dipendenti del sistema pubblico;
- in merito alla dichiarazione a mezzo stampa da parte del Presidente del fondo “Noi ad oggi abbiamo in mano un file con 39.106 nominativi di dipendenti”, se corrisponda al vero che un fondo assicurativo sanitario privato che risulta avere la forma giuridica della Associazione non riconosciuta avesse a sua disposizione i dati di 39.106 dipendenti pubblici senza il consenso informato degli stessi, con che percorso questi dati hanno raggiunto il personale del fondo e chi ne era il responsabile.
A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.
Cons. Claudio Cia
Ciao Claudio. Facciamo un piccolo aggiornamento: si sono presi più di 4 milioni e non hanno neanche 1000 richieste di rimborso. Mettiamo pure, con ottimismo, 100 euro a rimborso sono 1000×100= 100.000 euro. Cosa se ne fanno degli altri 3.900.000 ? Perché così poche richieste di rimborso? Perché il grande genio che ha inventato questo carrozzone ha ben pensato di iscrivere tutti d’ufficio salvo quelli che rinunciano esplicitamente. Quindi molti non sanno neanche di essere iscritti. E ora sappi che vogliono pure altri 4 milioni (come minimo per il 2016).
Ma la PAT è così ricca da parcheggiare li tutti questi soldi che, da quanto risulta, non vengono neppure investiti? Ma chi sono i geni che stanno dietro a questa gestione finanziaria idiota che vede un mucchio di soldi fermi in un periodo di crisi senza precedenti? Qua se non mandiamo a casa un pò di gente stiamo allevando una classe di geni che ci porteranno in fretta ancora più in basso di quello che siamo.
Non si capisce
Scusa Claudio,
ma tu sai quanto cazzo lo pagano sto Scopa? Ma non c’è un modo migliore di spendere i soldi che abbiamo la sanità che sta andando a puttane?