Sanità pubblica e privata, Cia (FdI): “Bisogna finirla di mettere in contrapposizione due facce della medesima medaglia”

Riferendosi a una mia lettera pubblicata su “L’Adige” del 13 settembre, il sig. Lorenzo Mazzalai afferma di essere rimasto allibito e preoccupato per il futuro.

Da strenuo difensore della sanità pubblica quale sono, ma in modo estremamente franco e realista, vorrei evidenziare che il sistema sanitario trentino da anni vede la sanità pubblica in affanno e cedere sempre più il passo al privato convenzionato di qualità per assicurare risposte a diversi bisogni sanitari dei pazienti trentini in tempi celeri, con prestazioni di qualità e – nei limiti del budget assegnato (come riferivo nel mio intervento) – in maniera assolutamente gratuita per il cittadino. Quindi, ribadisco, trattasi di realtà che offrono un’offerta pubblica in campo sanitario. Purtroppo, la tendenza a demonizzare il privato (che risulta invece essenziale per mantenere a livelli accettabili il contenimento delle liste d’attesa) è spesso usata stoltamente come argomento demagogico da politici sia di sinistra che di destra.

È pertanto intellettualmente disonesto accusarmi di “azione demolitoria della sanità pubblica” sull’esempio di Formigoni e della Regione Lombardia, solo per il fatto di affermare cose di un ovvietà disarmante. Forse qualcuno non ha presente che il centrosinistra trentino (Giunte Dellai e Rossi) ha, per esempio, progressivamente ridotto – tra il 2011 e il 2018 – i posti letto negli ospedali pubblici, che sono diminuiti da 1.731 a circa 1.430 (mentre nel 2021, con una Giunta di centrodestra, si è registrato un lieve aumento a 1.445). A fronte di ciò, si è assistito a un progressivo incremento dei posti letto all’interno degli ospedali privati accreditati (Eremo di Arco, Solatrix, Casa di Cura Regina, S. Camillo, S. Pancrazio e Villa Bianca) che hanno raggiunto, nel 2021, gli 826. A questo punto la domanda è: pensiamo forse di poter garantire la medesima qualità del servizio sanitario trentino senza gli ospedali e gli ambulatori privati convenzionati? Una possibile risposta arriva dai progetti presentati per la realizzazione del N.O.T., che a fronte di un aumento del day surgery e del ricovero breve, prevedeva un numero di posti letto persino inferiore a quello attuale del Santa Chiara.

Ritengo sia dunque ora di finirla di mettere in contrapposizione due facce (sanità pubblica e sanità privata convenzionata) della medesima medaglia. Altrimenti risulta chiaro che i pregiudizi continueranno a offuscare la ragione e, al fine di non aumentare lo stanziamento a favore del privato convenzionato sul suolo trentino (che in questo modo potrebbe garantire un numero maggiore di prestazioni a titolo gratuito, contribuendo altresì a ridurre le liste di attesa), continueremo a foraggiare e ingrassare strutture private fuori Regione (vedasi Negrar), costringendo a un increscioso aumento della mobilità sanitaria passiva dei pazienti trentini.

I dati oggettivi ci dimostrano che, anche in questo ambito, il privato convenzionato riesce a dare risposte più celeri e a fare meglio del pubblico con meno risorse. Per il bene dei pazienti trentini, lasciamo perdere le polemiche sterili e guardiamo al futuro.

Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo consiliare Fratelli d’Italia

La lettera su “L’Adige” del 16 settembre 2023:

Esito dell'iniziativa

 

Lettera inviata a “L’Adige” il 14.09.2023, in replica a quanto affermato – nella medesima giornata – dal sig. Lorenzo Mazzalai in risposta alla lettera del sottoscritto, pubblicata il giorno antecedente.

 

La lettera del sig. Lorenzo Mazzalai su “L’Adige” del 14.09.2023:

 

La lettera del dott. Massimo Corradini (medico dentista) su “L’Adige” del 14.09.2023, in risposta alle mie affermazioni:

 

La lettera del sig. Lorenzo Mazzalai, pubblicata da “L’Adige” del 18.09.2023, in risposta alla mia replica:

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