Egregio direttore, ho letto sul suo giornale delle nuove tendenze della politica provinciale riguardo la sanità pubblica per cui si riducono posti letti ospedalieri per acuti con l’obiettivo di recuperare risorse per privilegiare l’assistenza ambulatoriale, territoriale e domiciliare. Dall’articolo si intuisce che per il politico Rossi è scontato che la ridefinizione dei nuovi criteri comporterà, di conseguenza, l’ampliamento e la costruzione di nuove strutture assistenziali e riabilitative. Ciò che non emerge è, se è previsto, l’aumento delle risorse a favore dell’assistenza domiciliare. Eppure di tali risorse c’è estremo bisogno visto che per molti, che hanno in casa una persona non autosufficiente, per poter usufruire di un minimo servizio d’assistenza a domicilio, il tempo di attesa si protrae anche per mesi con evidente grave disagio e per la famiglia e per l’utente stesso. Così facendo le liste d’attesa si allungano a dismisura e a molti casi è la terra di una sepoltura a dar loro una risposta. Assessore Rossi, preceda la «fossa» e dia lei una risposta a questa gente, tanto più che la spesa per il ricovero in struttura assistenziale protetta di una persona è senz’altro maggiore anche se è comunque da ritenersi valida in ultima analisi.
Esito dell'iniziativa
Claudio Cia – l’Adige 31 agosto 2009
(pubblicata anche sul Trentino)
TAG: Assistenza domiciliare Sanità