Il centro storico di Trento è dotato indubbiamente di una pavimentazione elegante, che fa ampiamente uso di porfido e di marmi pregiati. L’idea-guida è stata la creazione di un salotto cittadino, che corrisponde al cosiddetto “Giro al Sass” e alle vie ad esso adiacenti. È peraltro del tutto evidente che un arredo urbano suggestivo e di elevata qualità richiede una manutenzione puntuale e, pertanto, un’attenzione del tutto particolare da parte dell’Amministrazione comunale e, nello specifico, dei servizi e uffici competenti in materia, appunto, di arredo urbano.
Ciò premesso, ci troviamo a dover purtroppo constatare che tale attenzione si sta rivelando carente e che nel centro storico in parecchi punti – da via Mazzini a via S. Pietro – la pavimentazione con cubetti di porfido ha visto un deterioramento delle fughe tra un cubetto e l’altro, con la conseguente creazione di piccole “isole” nelle quali i cubetti si sono sollevati e sono mobili sopra uno strato di sabbia.
Le conseguenze perniciose della situazione sopra descritta sono riconducibili a tre tipologie:
1) il pericolo d’inciampo e di caduta per i cittadini che si muovono a piedi in centro storico; abbiamo avuto modo di verificare che tale pericolo si è già concretizzato in più di una caduta, con esiti anche traumatologicamente pesanti;
2) i cittadini infortunati a causa della cattiva manutenzione della pavimentazione urbana formulano, evidentemente, richiesta di risarcimento al Comune di Trento. Una volta accertato che la causa dell’infortunio è l’inciampo in un punto in cui la pavimentazione urbana è irregolare, il Comune deve provvedere all’esborso di soldi pubblici per risarcire il cittadino;
3) i cubetti sollevati dalla loro sede e conseguentemente mobili, possono facilmente essere utilizzati come oggetti contundenti da soggetti malintenzionati o comunque determinati a compiere atti di vandalismo.
Sollecitiamo, pertanto, l’Amministrazione comunale a svolgere un’attenta ricognizione dei punti in cui la pavimentazione urbana è deteriorata e a provvedere urgentemente alla sua ricompattazione attraverso il consolidamento della trama di cubetti di porfido.
La lettera sul “Corriere del Trentino” del 29 ottobre 2015: