Seconde case, risanamento borghi e centri storici, Cia (AGIRE): “Intervento fondamentale per dare slancio all’economia trentina”.

È risaputo che tra Trentino e Alto Adige vi sono numerose differenze, una di queste riguarda i posti letto all’interno dell’offerta turistica. In Sudtirolo ci sono circa 228 mila posti letto: 152 mila derivano dai circa 4 mila alberghi/residence, gli altri si trovano nelle seconde case. Il Trentino mette in campo 440 mila posti letto, togliendo gli 80 mila alberghieri, rimangono circa 360 mila posti nelle seconde case.

Alla luce dell’emergenza Covid-19 e del conseguente cambio di atteggiamento che avverrà nei confronti dei consumatori e dei turisti, se questa differenza nell’offerta turistica tra Trentino e Alto Adige ha fino ad oggi rappresentato quasi un handicap per noi, adesso può rivelarsi un volano per il rilancio della nostra economia. E’ infatti verosimile prevedere che il turismo estero per il 2020 sarà pressochè azzerato, mentre sarà favorevole puntare molto sulle seconde case, dov’è più facile mantenere il distanziamento. Inoltre è risaputo che nella nostra Provincia vi è una forte interdipendenza tra i singoli settori economici, che vede l’edilizia (e da essa anche l’industria delle riparazioni e dell’arredamento, nonché il commercio e l’artigianato) dipendere in forte misura dal turismo.

Sono purtroppo noti a tutti i vincoli imposti dalla legge Gilmozzi sulle seconde case che non favorisce il recupero del patrimonio immobiliare esistente impedendo, di fatto, il risanamento dei nostri borghi (nei quali ad oggi purtroppo campeggiano numerosi ruderi abbandonati). Io penso invece che sia necessario introdurre delle misure che, oltre a consentire ciò, premettano altresì la conservazione dei centri storici. Questi provvedimenti, legati alla riqualificazione (magari anche dal punto di vista energetico e della certezza statica) e al recupero edilizio, permetterebbero di creare nuovi posti di lavoro per la popolazione residente divenendo un rimedio efficace contro l’esodo rurale e favorirebbero la conservazione del carattere architettonico dei nostri insediamenti con il risparmio di prezioso terreno agricolo e il rilancio dell’economia locale. Da qui la proposta di rivedere i vincoli contenuti nell’art. 57 della L.P. 16/2005 per il ripristino del patrimonio edilizio esistente per uso di seconda casa – non nuove costruzioni – per favorire il rilancio di tutte quelle aziende artigianali che sono la vera forza e ricchezza del Trentino.

Questa è una delle proposte portate negli scorsi giorni all’attenzione dell’Assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, Achille Spinelli, perchè possano essere prese in considerazione per i prossimi provvedimenti di sostegno provinciale nel post emergenza da Covid-19. L’obiettivo è dare immediato slancio ad alcuni settori strategici per risollevare la provincia, e oggi particolarmente in sofferenza.

Cons. Claudio Cia

 

Esito dell'iniziativa

 

Comunicato inviato ai media locali il 28 aprile 2020.

 

 

 

L’articolo su “Gazzetta delle Valli”: Seconde case, risanamento borghi e centri storici, Cia (AGIRE): “Intervento fondamentale per dare slancio all’economia trentina”.

 

 

 

AGGIORNAMENTO:

 

 

Quando a metà marzo avanzavo le mie proposte per favorire il recupero del patrimonio immobiliare esistente, incluse le seconde case, incentivando il privato al suo recupero, il centrosinistra ha urlato allo scandalo riempiendosi la bocca impropriamente di termini come “speculazione”, “consumo di territorio” e simili…

 

Siccome il territorio non vive di ideologia, ma vive di economia e di sviluppo territoriale, ora alcune amministrazioni – anche di centrosinistra – stanno puntando proprio a valorizzare e riqualificare molte seconde case ed appartamenti per ferie, dando nuovo valore al patrimonio immobiliare, avviando progetti di ospitalità turistica diffusa che in prospettiva possono puntare a rivitalizzare i piccoli centri, stimolando la nascita di nuove forme di imprenditoria locale e nuovi servizi!

 

 

 

 

 

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