L’amministrazione comunale di Trento, negli ultimi dieci anni, ha speso oltre 2 milioni di euro a favore della popolazione sinta e rom di Trento. Parte di questi (1.692.712,52 euro) sono stati spesi per la gestione del campo sosta di Ravina, un’altra parte (315.606,73 euro) sono stati impiegati per l’erogazione di sussidi economici mensili alle famiglie affinché mandino i loro figli a scuola.
Partendo da quest’ultimo dato lascia esterrefatti lo scoprire che, nonostante l’importante impegno economico, il Comune non sappia indicare quanti ragazzi sinti e rom hanno iniziato e portato a termine la scuola dell’obbligo: siamo praticamente davanti ad un investimento di cui non è dato sapere il risultato. In qualunque altra realtà una tale imprudente gestione di denaro sarebbe stata oggetto di immediato congedo dell’amministratore. La cifra di 1.692.712,52 euro impiegata per una politica di integrazione dei suoi abitanti nel contesto cittadino, ai fatti dimostra di essersi conclusa con un vero fallimento: la struttura del campo si presenta come una realtà fatiscente, i suoi occupanti vivono in città ma di fatto separati da essa. In conclusione la politica assistenzialista, fine a se stessa, non ha portato a nulla se non ad aumentare la dipendenza dai servizi sociali, creare aspettative di ulteriori interventi pubblici e alimentare il disagio sociale. Inoltre è stata ed è motivo di attrazione per altre famiglie nomadi che si sono portate sul nostro territorio dando origine a nuovi campi non autorizzati (ad esempio nei pressi della rotonda dei Martiri di Nassyria, ecc) e privi di servizi che rendono la vita umana di chi li abita spogliata di ogni dignità. Ha senso continuare a spendere denaro pubblico se poi questi sono i frutti?
Il Comune abbia il coraggio di fermarsi, di ripensare a nuove vie e di percorrere nuove strade.