“Sufficienza” scarsa alle politiche giovanili in Trentino secondo il sondaggio commissionato da AGIRE per il Trentino. Ieri mattina, nella sala commissioni del palazzo della Regione, i consiglieri del centrodestra in consiglio provinciale – Claudio Cia (AGIRE), Giacomo Bezzi (Forza Italia) e Alessandro Savoi (Lega nord) – hanno presentato i risultati di un’indagine riguardante le politiche giovanili in Trentino, condotta nei primi mesi dell’anno su un campione di 1.500 intervistati, tra i 18 e i 55 anni.
Parlano di fallimento delle politiche giovanili, definite «drogate e assistenziali». Non usano mezzi termini: quelle messe in atto in questi anni dal centrosinistra autonomista sono state deludenti, soprattutto in termini di prospettive lavorative. Come si evince dai dati raccolti da AGIRE il malcontento riguarderebbe in particolar modo la fascia che va dai 18 ai 35, che valutano con un punteggio insufficiente (4,59) l’efficacia delle attuali politiche giovanili. L’indice di gradimento medio è di 5,82. A sollevare un malcontento maggiore le aree più urbanizzate: Trento e il bacino dell’Adige, la Vallagarina e la Valsugana.
Il consigliere Cia ha illustrato i risultati: Interrogati sull’efficacia degli interventi provinciali, il voto medio degli intervistati è stato di 5,8 su 10. Ma i giovani tra i 18 e i 35 anni hanno dato un voto di 4,5 manifestando insoddisfazione verso le politiche che dovrebbero essere rivolte a loro». Il voto è di 6,7 tra chi ha più di 56 anni. Maggiore è la soddisfazione tra le donne (voto 6,3) che tra gli uomini (5,3).
Alla domanda se i giovani incontrino maggiori problemi rispetto al passato, il 55,3% di loro risponde di sì. A destare preoccupazione è in primo luogo l’aspetto economico legato alla mancanza o alla sfruttamento del lavoro (37,8%). Al secondo posto (36,4%) le difficoltà nel rendersi autonomi a causa del caro affitti e della casa, mentre il 18,5% evidenzia scarse opportunità di svago e relazioni sociali offerte dal territorio. «È in questo contesto che abbiamo il dovere di denunciare certe forme vergognose di sfruttamento che sono diventate consuetudinarie. L’ente pubblico si è trasformato in una fabbrica di stagisti attraverso tirocini e progetti, come il Summer Jobs del Comune di Trento, inutili e mal retribuiti, che in alcun modo possono garantire prospettive future. Chi fa uno stage nel privato ha prospettive di essere assunto, mentre nel pubblico questa possibilità non esiste, è puro sfruttamento», sottolinea Cia.
Dal sondaggio emerge l’urgenza di programmare politiche innovative per i giovani. Vogliamo siano loro ad indicarle: un programma fatto dai giovani per i giovani». «Sburocratizzare i sogni: creare cioè condizioni ideali che permettano ai giovani di realizzare le loro idee, i loro talenti, la loro voglia di fare impresa, anche attraverso una maggior accessibilità al sistema del credito e alla casa. E questo che serve, altrimenti i nostri ragazzi continueranno a fuggire all’estero – sottolinea Bezzi -. In Trentino si è creata una politica di assistenzialismo che tende solo a sistemare i figli e gli amici della maggioranza. Dobbiamo cambiare questo sistema». Alessandro Savoi (Lega) chiama in causa l’Università: «Deve puntare sull’integrazione con le imprese».
Il report di sintesi della ricerca effettuata:
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 14 luglio 2018:
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 14 luglio 2018:
Il questionario:
1) Quanto ritiene efficace e valida la politica dell’attuale giunta provinciale, a favore dei giovani (intendiamo sino a 32 anni) in genere? Esprima per favore un voto (da 1 a 10)
2) Ritiene che rispetto al passato i giovani nella nostra provincia incontrino problemi? Di più, Uguale, Di meno
3) Se si, in che ambiti?
1. mancanza di lavoro, sfruttamento sul lavoro, aspetti economici in genere
2. mancanza di autonomia per il caro affitti, problema caro casa
3. problemi di relazioni
4. disagi in genere
5. scarse opportunità offerte dal territorio per relazioni sociali, vita aggregativa, svago….
4) Quanto ritiene prioritario per il futuro del Trentino, programmare politiche nuove innovative ed urgenti per i giovani?
Il metodo utilizzato:
I dati sono stati raccolti mediante un’indagine campionaria realizzata con il metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interwieving). Per l’efficienza ed efficacia dell’intervista la sua durata massima è stata studiata in modo che non dovesse superare i 5 minuti per tutto il questionario. Considerata quindi la brevità dell’intervista essa non ha costituito un disturbo per gli intervistati, e il numero di interviste non ultimate è stato praticamente nullo.
Le unità campionarie sono state ottenute estraendo un campione casuale stratificato di 1500 intervistati, quindi altamente rappresentativo, strutturando il campione della popolazione trentina dai 18 ai 55 anni ed oltre, suddividendolo per il genere e per ogni comunità di appartenenza alla provincia di Trento.
Costruzione del campione:
L’universo di riferimento dell’indagine è l’insieme della popolazione dei residenti nella provincia di Trento. La numerosità del campione è stata definita in funzione del livello di “confidenza” della stima della media campionaria (ossia, la probabilità che il campione estratto sia effettivamente rappresentativo della media dell’universo di appartenenza) e della “precisione” o “errore campionario” tollerato (ossia, la percentuale di errore ammissibile nella stima dei parametri dovuta al processo di campionamento).
La numerosità campionaria è stata calcolata in modo da garantire nel 95% dei casi uno scostamento del valore del dato reale da quello stimato inferiore al 5%. Con riferimento alla popolazione considerata (solo popolazione con età superiore ai 18 anni) ed alle variabili indicate, la numerosità campionaria opportuna per l’indagine della provincia di Trento risulta essere pari a 1500 unità. È stato estratto un campione casuale stratificato rispetto a “sesso”, “appartenenza alla comunità di valle” ed “età” quest’ultima scaglionata in 3 fasce (18 – 34) (35-55) (oltre 55).