Fase 2, Cia (AGIRE): superare la mera sinergia tra le due Provincie e puntare ad un’unica regia con la Regione

La Fase 1 della gestione dell’emergenza ha visto – purtroppo – ancora una volta le due Province lavorare separatamente, quando invece avrebbero potuto, dovuto, unire le forze per combattere assieme contro la diffusione del virus (ciò avrebbe permesso, se non altro, almeno di ridurre costi e perdite). Non solo si è intervenuti con tempi e ordinanze diverse, ma anche la comunicazione ai cittadini dei numeri riguardanti contagiati e morti da Covid e delle iniziative adottate dalle due Giunte provinciali è stata diversa. È sembrato addirittura che l’emergenza sanitaria si fosse trasformata in una competizione per sottolineare, semmai ce ne fosse stato bisogno, differenze e priorità delle due provincie. Un confronto che non ha mancato di galvanizzare le rispettive tifoserie che esaltavano o biasimavano l’una o l’altra provincia.

È chiaro a tutti che il futuro della cooperazione tra Trentino e Sudtirolo sarà segnato dal risultato delle trattative con Roma. Proprio alla luce dell’importanza della buona riuscita del confronto con il Governo nazionale (anche per i conti della Provincia e per le attività economiche sul nostro territorio) è importante che la nostra Giunta vi dedichi tutte le sue forze. Siamo tutti a conoscenza della tradizionale diffidenza del partito di maggioranza sudtirolese nei confronti dell’ente Regione. È evidente però come questa sia l’occasione per dimostrare l’importanza di una collaborazione che deve superare la mera “sinergia” e puntare piuttosto verso un’unica “regia” su determinati temi. Penso per esempio alla sanità, alla gestione delle emergenze, ai trasporti, alla sicurezza… Lo spostamento del baricentro dalle due Province alla Regione consentirebbe di intervenire con rapidità ed efficacia ad esempio nella materia sanitaria (con lo scambio dell’esperienza dei medici nella cura e nel trattamento dei pazienti, la produzione e la circolazione di dispositivi di protezione individuale, il controllo dei confini regionali, ecc…) ma anche di progettare la futura ripresa economica attraverso il traffico di merci e persone in base alle esigenze dei vari territori. Il compimento dell’unione regionale ci consentirebbe una migliore pianificazione degli interventi, un maggior controllo della spesa pubblica (per la legge dei grandi numeri, visto che le due Province intervengono spesso con provvedimenti analoghi), una maggiore tempestività nell’azione e una maggior oculatezza nell’individuare, discernere e valorizzazione le competenze.

Nel corso delle trattative con Roma sarà importante evitare lo schema – pur funzionante, visto che è quello che ci ha portati alla situazione attuale – Magnago/Kessler, con l’Alto Adige che attacca e porta a casa ciò che serve e il Trentino che solo in un secondo momento si accoda, rivendicando le stesse cose già ottenute del Sudtirolo. Nei confronti di Roma occorrerà unire le forze – anche con le altre Regioni a Statuto speciale – per riuscire a strappare un accordo in grado di soddisfare veramente le nostre esigenze. Per questo motivo non devono esistere personalismi e gli interessi degli uni non devono prevalere su quelli degli altri, solo se uniti – con una strategia politica concreta e condivisa – riusciremo a raggiungere gli obiettivi preposti facendo capire anche al Sudtirolo l’importanza e la potenza di un unione delle due Province sotto un unico vessillo e dimostrando ad un Governo sordo ai nostri bisogni che esistono differenze tra regioni ordinarie e a statuto speciale e che coloro che sono virtuosi – come certamente lo è, e lo è stata, la Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol negli ultimi anni – vanno premiati.

Questa emergenza sanitaria senza precedenti, ci insegna che se davvero abbiamo a cuore la nostra Autonomia, il bene dei nostri cittadini, con la Fase 2 dobbiamo lavorare insieme per recuperare motivi d’interesse comune, promuovere occasioni di dialogo fattivo, condividere obiettivi e traguardi. Dobbiamo convincerci che è più facile appoggiarsi ad un altro che stare in piedi da soli. Questo vale anche per la Provincia di Bolzano.

Durante il dibattito, in aula si è detto che in Italia ci vorrebbe più Stato. Non so se in Italia ci sia bisogno di più stato, di certo noi abbiamo bisogno di più Autonomia, un’Autonomia che sappia rappresentare la politiche dei responsabili, impieghi il denaro con oculatezza e senso di giustizia, liberi le forze produttive da una burocrazia asfissiante. Una Autonomia che non deve essere finalizzata alla gestione clientelare del proprio patrimonio storico, culturale, territoriale ed economico, ma l’espressione di un orgoglio che ha profonde radici e che chiede rispetto da parte di uno stato sempre più invadente e irrispettoso.

Cons. Claudio Cia

Esito dell'iniziativa

 

Intervento in aula del 9 maggio 2020 in occasione del disegno di legge n. 55/XVI, ‘Ulteriori misure di sostegno per le famiglie, i lavoratori e i settori economici connesse all’emergenza epidemiologica da COVID19 e conseguente variazione al bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2020 – 2022′.

 

 

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