Continua il percorso dei consiglieri provinciali Claudio Cia, Maurizio Fugatti e Manuela Bottamedi tra i territori colpiti dai tagli alle guardie mediche, questa volta a Locca, in Val di Ledro. Ai consiglieri manca ormai solo il Primiero, la Val di Sole e Arco, e poi avranno toccato tutti i territori ai quali è stato tolto il servizio di guardia medica.
Conferenza stampa che inizia in ritardo a causa del traffico verso la valle. I consiglieri colgono la palla al balzo per evidenziare come basti un camion o condizioni di meteo avverse perché da Riva del Garda ci si impieghino 45 minuti per raggiungere la valle.
Per Manuela Bottamedi questi territori invece di una minore cura avrebbero bisogno di maggiori attenzioni rispetto ad altri che per loro fortuna geografica sono più serviti. «Questo percorso tra i territori colpiti dai tagli prosegue e proseguirà, di fronte a un disegno che lascia perplessi, con presunti risparmi per 2 milioni, su un bilancio complessivo di oltre 4 miliardi. Dietro la parola magica “razionalizzazione” – dice la consigliera –, si nasconde un impoverimento dei territori di montagna, lasciando come unica possibilità agli abitanti quella di abbandonarli per servirsi invece di servizi a pagamento». Chi si reca infatti al pronto soccorso in sostituzione della guardia medica, come suggerito dall’Assessore Zeni, sarà nella quasi totalità dei casi costretto a pagare un ticket. «Questo oltre alle tasse che già paga, come i territori invece serviti da tutti i servizi; una sanità che si sta progressivamente “privatizzando”, con costi a carico dei cittadini», conclude Bottamedi.
Secondo la consigliera sono tre i punti fondamentali sui quali la Provincia non può fare marcia indietro, e sono proprio la sanità, la sicurezza, e l’istruzione.
Maurizio Fugatti (Lega Nord), ha ricordato come questo percorso tra i territori colpiti dai tagli era iniziato subito dopo la delibera della Giunta provinciale che li prevedeva. Inizialmente era nata come protesta per portare in evidenza il malcontento della popolazione, poi è stato convocato il Consiglio straordinario con l’intento di bloccare quella decisione in vista di un confronto trasparente con i territori, ma il centrosinistra ha voluto proseguire su questa strada.
Fugatti attacca il Partito autonomista: «Una volta il PATT difendeva proprio le scuole di montagna, le guardie mediche, e i servizi di valle; adesso tagliano proprio questi servizi».
Per il consigliere nel medio e lungo periodo queste politiche comporteranno lo spopolamento delle nostre valli: «Si tratta di un disegno di Trentino del futuro che costa meno alla politica, ma i cui costi vengono delegati ai cittadini e ai servizi di volontariato. Se in un mercoledì alle 17:50 ci si mettono 45 minuti da Riva a Locca a causa di code, figuriamoci quando qualcuno avrà bisogno di un intervento urgente».
Claudio Cia (Agire) ricorda come un unico presidio di guardia medica per l’Alto Garda e Ledro servirà 50.000 persone, mentre a Trento per circa 110.000 persone saranno 22 i medici che presteranno servizio come guardia medica.
Cia evidenzia anche il costante depotenziamento del pronto soccorso di Arco, centro che oltre ai residenti serve anche il colossale bacino di turisti che gravitano sull’alto Garda, 3 milioni nel 2015.
Il consigliere di Agire fa notare come queste scelte non nascano da un confronto con il territorio, gli amministratori, e i professionisti della sanità. Una piccola stoccata Cia la riserva anche a quegli amministratori che, a parte rare eccezioni, sono rimasti silenti di fronte ai tagli ai servizi operati nei loro territori. «Come possiamo vantarci di avere eccellenze tecnologiche sul territorio, se non siamo in grado di garantire l’assistenza di base? Cosa mi interessa della Protonterapia, se poi per tenerla in vita devo tagliare sui servizi di base». E conclude ricordando la mammografia, una volta effettuata anche nelle valli: per il consigliere «c’è un calo nella prevenzione, perché magari una donna di Tione non va fino a Trento per effettuare la nuova tomosintesi. Ma quanto costa un solo tumore al sistema sanitario?».
Ad una domanda sulla presunta “temporaneità” del provvedimento ai fini di un monitoraggio della situazione e un possibile ripensamento a distanza di un anno, i tre consiglieri non hanno dubbi: «Una doppia presa in giro. O si chiude per una serie di ragioni ben precise, o non avrebbe senso dire che forse tra un anno la Giunta ritornerà sui propri passi. La realtà è che manca una valutazione oggettiva, ma intanto si taglia e di obbliga la gente ad arrangiarsi».
consiglieri Claudio Cia, Maurizio Fugatti e Manuela Bottamedi
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 3 novembre 2016: