Questa notte un dramma della miseria e della disperazione: un ragazzo è morto bruciato tra i rifiuti all’interno dell’accampamento abusivo all’ex Sloi. Immagini che ci ricordano che non siamo solo di fronte a rifiuti domestici ma piuttosto a persone, che un falso buonismo – accogliente a tutti i costi – ha indotto a vivere in condizioni disumane.
Ho avuto modo più volte – purtroppo – di occuparmi della questione, presentando svariate interrogazioni in Comune a Trento. In più occasioni il Sindaco ha dichiarato che “Trento è una città aperta e tollerante”, ma questo non è sufficiente ed è dannoso per tutti se l’accoglienza non è accompagnata dalla responsabilità e dal buon senso.
Purtroppo – facile profeta – scrivevo: «Nelle loro “camere” di cartone e stracci piove e nelle notti più fredde si riscaldano con improvvisate stufe alimentate dai rifiuti, col rischio che tutta la zona, ormai discarica a cielo aperto, si trasformi in cenere assieme alle vite e alle storie di queste persone. Non sono arrabbiati con il mondo, ma piuttosto rassegnati all’idea che la loro vita valga meno di altre e che vivere in queste condizioni sia una conseguenza logica».
Qui un breve promemoria dei lavori presentati e delle “risposte” ricevute dall’amministrazione comunale, responsabile di quanto accaduto:
agosto 2012: A Trento favelas come in Brasile
maggio 2013: Trento, città del quarto mondo
agosto 2014: Trento, visita alle baraccopoli della città
agosto 2014: Baraccopoli di Trento, nuovo viaggio nella città nascosta