Trentino Marketing e il dazio imposto alle APT: consuetudine che impoverisce i territori

Con la riforma dell’organizzazione turistica del 2002 (L.P. 8), voluta dall’allora presidente della Provincia Lorenzo Dellai ed attuata dall’assessore provinciale al turismo Marco Benedetti, l’APT del Trentino (Azienda provinciale per la promozione turistica, Agenzia della Provincia) venne sostituita da una S.p.A. con capitale sociale della Provincia (60%) e della CCIAA (40%). Il nuovo Soggetto doveva coordinare e gestire l’intera macchina organizzativa del turismo trentino, ma fin dall’avvio il percorso della Spa fu tutt’altro che facile, come testimoniano anche i ripetuti cambiamenti del Consiglio di amministrazione, dell’assetto interno e dello stesso nome: in origine si chiamava Trentino Spa (Società di marketing territoriale), poi Trentino Marketing Spa, quindi fu deciso l’assorbimento in Trentino Sviluppo con la denominazione di Divisione turismo. Infine – storia dello scorso anno – è stata ripescata la vecchia dizione Trentino Marketing, la cui ragione sociale peraltro è stata “murata” in una SRL.

In questo susseguirsi di cambiamenti durato tre legislature, l’Azienda di coordinamento dell’organizzazione turistica ha introdotto, non si sa se legittimamente o con assoluta discrezionalità, una contraddittoria e discutibile prassi operativa, ovvero la strana consuetudine di chiedere e pretendere dalle 14 Apt e dai Consorzi turistici contributi economici per lo svolgimento delle proprie attività istituzionali. In sostanza, accampando una bislacca interpretazione del ruolo e funzione di coordinamento dell’organizzazione e delle attività di promozione, la dirigenza della Società ha inventato questo giochetto: tu APT vuoi ospitare un concerto della rassegna “Suoni delle Dolomiti” e allora paghi, vuoi esser presente con un tuo piccolo spazio ad una fiera e allora cacci denaro, vuoi esser presente in qualche campagna pubblicitaria idem, ecc…

Queste ed altre iniziative rientrano nei fini istituzionali della Trentino Marketing, che è finanziata dalla Provincia proprio per svolgere queste attività e già questo non giustificherebbe queste imposizioni. Ma la Trentino Marketing si ostina ad imporre in sostanza una specie di ticket, che va ad alleggerire i bilanci delle APT, e ad ingrassare il già ricco, fin troppo ricco bilancio della Trentino Marketing (negli ultimi quindici anni nella media di 25-28 milioni di euro all’anno).

Le Apt ed i Consorzi turistici – a quanto pare – sembrano non avere scelta alternativa a questa filosofia del cosiddetto co-marketing o della compartecipazione: o paghi, o “sei fuori”. Con questo sistema le Apt sono state costrette, in tutti questi anni, ad alleggerire progressivamente i propri bilanci di parecchie decine di migliaia di euro: con grave disagio, spesso, anche perché le stesse Apt – specialmente con l’effervescente era dell’assessore Dallapiccola – hanno visto i loro bilanci fortemente ridotti.

Questo strano esercizio finanziario – si è sempre affermato – viene svolto in osservanza della funzione e ruolo di coordinamento e regia contemplato dalla LP 8/2002: che coordinamento e regia siano opportuni è assunto innegabile. Ma che il coordinamento si tramuti in una “governance giugulatoria” è discutibile ed è aspetto di non poco conto perchè va ad intaccare l’autonomia e l’operatività delle Apt. Tra l’altro che senso ha che un ente finanziato interamente da denaro pubblico vada a prelevare soldi ad altri enti, che pure gestiscono – seppur non interamente – altro denaro pubblico? Alla fine non si tratta di operazioni di comarketing o compartecipazione, bensì di semplici partite di giro senza che per l’Ente pubblico si possa profilare alcun vantaggio o giovamento. Il tutto in una gestione – quella della Trentino Marketing – caratterizzata da discrezionalità e dall’assenza di regole certe, per non parlare poi di trasparenza (basterebbe pensare ai ritiri delle squadre di serie A sui cui costi c’è un vero e proprio embargo).

Inoltre va detto che non si trova traccia, nei testi di legge o negli atti vari che in questi anni hanno delineato e aggiornato le finalità della Società provinciale di promozione, di indicazioni giuridiche e legislative sulla possibilità che la Trentino Marketing svolga una vera e propria attività commerciale “in house” – perché di questo si tratta – comprando ad esempio spazi pubblicitari, oppure servizi di varia natura, e rivendendoli poi alle Apt spesso con costi che – tra l’altro – dovrebbero essere verificati nella loro congruità. Proprio perché non ci sarebbero motivazioni giuridiche che diano una legittimazione a questa pretesa della Società centrale viene naturale chiedersi se questi prelievi finanziari sul territorio – ufficialmente prospettati come volontari, in realtà cogenti – siano da considerarsi opportuni, anzitutto, e quindi, legittimi. Oppure se si tratti di operazioni artatamente progettate e condotte, in tutti questi anni, per far figurare una parte di attivo nel bilancio della Società.

Ribadiamo a questo proposito che l’intero comparto turistico del Trentino richiederebbe una profonda, radicale revisione nonché un’indagine sui costi e sulle spese della Trentino Marketing. Questa indagine non può, chiaramente, prescindere dalla verifica ex-post di quanto in queste ultime legislature è stato fatto a livello politico, tecnico, amministrativo-gestionale: insomma, una verifica dei criteri e delle scelte che hanno ispirato una “governance” assai discutibile nel rapporto spesa/risultati.

Questa criticità di sistema, tra l’altro, pare trovare almeno due ragioni essenziali: la prima nella mentalità centralista e negli atteggiamenti autoreferenziali spesso espressi da Trentino Marketing a più livelli (politici e tecnici) e responsabilità; quindi l’altra nella storica quanto inopportuna abbondanza di fondi (mediamente il bilancio di Trentino Marketing è stato di 25/28 mln di euro l’anno, con punte talvolta ben superiori ai 30 ml annui nell’arco delle ultime legislature).

Premesso quanto sopra, si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere:

  1. se è al corrente di questo perdurante sistema di autofinanziamento della Trentino Marketing a spese delle APT e Consorzi turistici, ovvero dei criteri, delle direttive sottese e delle decisioni di chi lo ha deciso e introdotto;
  2. quali presupposti (con valenza giuridica e legislativa) rendano legittima la prassi della pretesa corresponsione di ticket (o somme variabili) da parte delle Apt di ambito, delle Pro Loco e/o Consorzi turistici per l’assolvimento di funzioni e servizi comunque assegnato istituzionalmente, con legge, alla Società;
  3. a quanto ammontano negli anni dal 2010 al 2014 le somme che le singole Apt e/o Consorzi turistici hanno corrisposto a titolo di comarketing – compartecipazione alla Società centrale;
  4. a quanto ammontano i finanziamenti in carico alla Provincia deliberati a bilancio di Trentino Spa (Società centrale nelle sue diverse versioni) a datare dal 2010 e fino al 2014;
  5. nella sintesi dei bilanci a datare dal 2010 fino al 2014, l’ammontare di residui attivi e passivi della Società centrale; l’ammontare di eventuali importi disposti dalla Provincia a sanatoria dei bilanci della Società di promozione centrale;
  6. come sono stati iscritti a bilancio della Società centrale di promozione e contabilizzati gli importi di cui al punto 3;
  7. se non si ritenga opportuno, in una logica di trasparenza e rispondenza reale nell’interazione pubblico-privato, far cessare questa pratica di subordinazione finanziaria delle Apt, delle Pro Loco e/o dei Consorzi turistici alla Società di promozione centrale;
  8. si chiede di fornire allo scrivente i bilanci consuntivi della Trentino Marketing dal 2010 al 2014;

A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.

Cons. Claudio Cia

Esito dell'iniziativa

 

Interrogazione a risposta scritta depositata il 22 settembre 2015. In attesa di risposta. L’iter sul sito del Consiglio provinciale: interrogazione n. 2078/XV

 

 

 

Risposta ricevuta il 12 gennaio 2016:

 

risposta interrogazione n. 2078 – contributi APT a Trentino Marketing

 

 

 

 

Un esempio di evento, in questo caso i “Suoni delle Dolomiti 2010”. I “ricavi di terzi” pare siano proprio gli oboli chiesti alle APT per ridurre il costo addebitato alla PAT, 800.000€ per 30 concerti: Bilancio Suoni delle Dolomiti 2010

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