Trento: sempre più segni di povertà e disagio

E’ uno dei tanti Mohammed che popolano la nostra città il “povero Cristo” che da circa tre mesi sta bivaccando sul pianerottolo, al primo piano, della scala d’emergenza in metallo all’esterno dell’ex Cassa Malati con vista sul giardino di Piazza Venezia e a poca distanza dai mercatini di Natale di Piazza Fiera.

Mentre durante il giorno è impegnato a racimolare qualche spicciolo, alla sera “rincasa” per trascorrere la notte all’addiaccio protetto da sacco a pelo, qualche coperta, tre ombrelli e sacchi di nylon per proteggersi quando piove. La sua presenza in Italia risale agli anni ’90, ma in Trentino è presente da circa tredici anni dove ha lavorato nel settore dell’edilizia. Ora, come tanti, è anche lui senza lavoro impegnato in espedienti per poter vivere, come lui ci tiene a sottolineare, onestamente; il suo vivere risulta molto incerto e problematico anche per il fatto di ritrovarsi con permesso di soggiorno scaduto e senza fissa dimora.

Per i pasti fa riferimento al Punto d’Incontro e alla mensa dei Cappuccini mentre per dormire si appoggiava all’Opera Bonomelli dove però ha esaurito il suo “diritto” annuale di poter usufruire del dormitorio; ora quindi dorme sotto le stelle e non è la prima volta visto che in passato ha “soggiornato” nell’area delle vecchie caserme di Trento Sud sgomberate e abbattute per far posto al nuovo ospedale. Il perdurare di questo disagio depone per un futuro senza prospettive di integrazione che ti faccia sentire ed essere percepito un essere umano. Indipendentemente dai suoi trascorsi porto all’attenzione come vive questa persona: è un presente da non sottovalutare qualunque sia il suo passato e le sue contraddizioni.

Ogni volta che si denunciano questi fatti la sensazione è che la politica sia più preoccupata a minimizzare e a costringere questi sventurati a traslocare il loro disagio da un luogo all’altro della città, possibilmente restando ben nascosti agli occhi della gente,  piuttosto che porre i presupposti per una politica che induca, quanti non hanno prospettive, a rientrare nel proprio paese d’origine o a cercare di ricostruire una vita dignitosa altrove.

Premesso quanto sopra chiedo al signor Sindaco di sapere:

  • se i servizi sociali sono al corrente del disagio vissuto da questa persona e se durante tutto il periodo invernale è possibile prolungare il “diritto” all’uso dei dormitori ai senzatetto;
  • se il Comune ha un’idea di come affrontare e prevenire situazioni simili che, a lungo andare, potrebbero esporre la città ad aggravare i suoi problemi relativi alla sicurezza.

 

Ne parla la stampa

“l’Adige” – 27 novembre 2012

Esito dell'iniziativa

 

L’Assessore competente ha  risposto. Leggi l’estratto del verbale della seduta consiliare:

 

segni di povertà e disagio

 

 

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.