Trento, un servizio ad hoc per la cura delle tombe

La superficie cimiteriale, calcolata in circa 47 mila metri quadrati, è affidata all’opera dei necrofori che, con apprezzabile dedizione, curano la sacralità e il decoro di questo luogo. Quanti hanno modo di frequentarlo, toccano con mano la delicatezza con cui queste persone si rapportano con il dolore, la nostalgia e la speranza di chi ha lo sguardo rivolto a un affetto e a un tempo che ora sono avvolti dalla terra. Questo patrimonio di rapporti rischia di essere  inconsapevolmente danneggiato da quanti, certamente senza dolo, si rivolgono ai suddetti operatori chiedendo loro un supplemento di attenzione per una cura più personalizzata della tomba dei propri cari (cambio periodico di lumini e/o fiori, pulizia meticolosa della lapide, apposizione di ghiaino lungo il perimetro, ecc.), garantendo a essi un compenso volontario, la classica mancia. Il più delle volte i richiedenti sono persone che, per vari motivi, non hanno la possibilità di dedicarsi direttamente e con continuità a questa ulteriore manifestazione di vicinanza al proprio defunto. In tale contesto di attenzione ai sentimenti, l’operatore si trova così a dover scegliere tra il disagio di negare una risposta a un bisogno reale e l’assecondare una richiesta che poi, inevitabilmente, lo vedrà impegnato durante l’orario di servizio. Tutto ciò finisce per innescare una serie di malintesi del tipo «lavoro in nero», «guadagno indebito», «intervento non autorizzato», ecc., che cozza contro la disponibilità degli operatori ed il loro agire danneggiando, di conseguenza, l’immagine dell’intero servizio funerario. Al riguardo sono giunte allo scrivente alcune segnalazioni che intendono evidenziare, anche con accenti critici, l’esistenza di tale problematica. Perché allora non intervenire a soddisfare tale esigenza istituendo un servizio ad hoc, regolamentato e a pagamento, curato dallo stesso servizio funerario o, al limite, dato in gestione a terzi in convenzione con lo stesso?

Esito dell'iniziativa

 

Claudio Cia – “l’Adige” – 19 aprile 2011

 

Pubblicata anche sul Trentino

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