La tubercolosi rientra a pieno titolo tra le malattie pericolose, da anni scomparse in Italia e in Europa, per le quali non si applica più alcuna profilassi vaccinale. Nello specifico, si tratta di un’infezione polmonare provocata da un batterio, il Mycobacterium tuberculosis, inalato quando si viene a contatto con la tosse o gli starnuti di una persona già contagiata. La prima conseguenza dell’infezione è la produzione di granulomi, presenti nel tessuto infetto. Il primo stadio della malattia viene detto “stadio primario” ed in generale non sviluppa sintomi.
La tubercolosi colpisce i pazienti il cui sistema immunitario non è riuscito a bloccare l’infezione primaria, e si presenta con qualche settimana di incubazione. Le persone più a rischio sono gli anziani, i bambini e gli individui con il sistema immunitario debilitato, ovvero i reduci dai trapianti, i malati sottoposti a trattamento chemioterapico, i soggetti sieropositivi.
Negli ultimi anni, le cronache locali e nazionali hanno più volte registrato un incremento dei casi di TBC a seguito dell’ingresso sul nostro territorio di soggetti provenienti da zone dove tale malattia è tuttora endemica. Ogni singolo caso di TBC rappresenta un serio allarme per la salute degli operatori di sicurezza sulla strada e di chi potrebbe ritrovarsi a contatto ravvicinato con queste persone per ragioni umanitarie o di volontariato.
Elementi chiave per poter affrontare con consapevolezza un problema sono la chiarezza e l’informazione. Duole mio malgrado constatare l’assenza di dati precisi a riguardo, il che rende di conseguenza fondamentale da parte della Provincia un dettagliato lavoro finalizzato a comprendere l’epidemiologia del fenomeno.
È sì vero che a volte vi sia un rilevamento di tubercolosi latente nei pazienti immunodepressi, tuttavia non va sottaciuto come una notevole fetta dei pazienti affetti di TBC sia proprio rinvenibile nel flusso incontrollato di profughi, gente disperata che quasi sempre non viene sottoposta a tutti gli accertamenti clinici necessari.
Premesso quanto sopra, si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere:
- il numero complessivo e per dislocazione territoriale dei soggetti colpiti da tubercolosi negli ultimi 5 anni, corredato dal numero singolarmente rilevato anno per anno; di questi, indicare quanti sono riconducibili a terapie immunodepressive e quanti invece sono rispettivamente riscontrabili in persone provenienti da Paesi extracomunitari e intracomunitari;
- il numero complessivo e per dislocazione territoriale dei soggetti a cui sia stata diagnosticata negli ultimi 5 anni la TBC polmonare bacillifera detta anche “aperta”;
- la percentuale complessiva di malati suddivisa per fasce d’età;
- le risorse economiche stanziate dalla Provincia negli ultimi 5 anni per monitorare e gestire la malattia, unitamente alle modalità con le quali la stessa venga curata e contenuta;
- se in ambito provinciale ci sono stati decessi riconducibili alla TBC ed eventualmente quanti.
A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.
Cons. Claudio Cia