Più volte interpellato da famigliari di persone ricoverate nella Civica RSA di Gabbiolo, i quali mi hanno sollevato tutta una serie di criticità, ho deciso di passare un pomeriggio (domenica 19 febbraio 2012) presso tale struttura per osservare ed ascoltare, non tanto da politico, ma da professionista dell’assistenza. La prima cosa che ho notato è che i 56 ricoverati erano praticamente tutti non autosufficienti. La stragrande maggioranza in carrozzella, con problematiche di tipo sanitario, alcuni allettati e non mancavano neppure persone in stato comatoso. Tutti questi ospiti erano accuditi da 2 infermieri e 4 operatori socio sanitari (OSS). Praticamente un professionista ogni 9 degenti. Nonostante l’impegno e la buona volontà di quanti erano all’opera, era evidente che i bisogni assistenziali non potevano essere adeguatamente soddisfatti come scienza e coscienza richiederebbero.
All’ora di cena ho poi potuto visionare il cibo che, come mi era stato più volte segnalato, mi è parso carente in qualità e poco adeguato. Si pensi che, ad esempio, è stato dispensato un involtino che nelle intenzioni avrebbe dovuto forse contenere un ripieno, ma che in realtà oltre ad essere unto all’inverosimile era costituito dalla sola pasta sfoglia: immangiabile.
Quando poi c’è stato il cambio turno, per cui il personale smontante ha consegnato la struttura a quello montante il turno di notte (dalle ore 21 alle 6), ho capito che chi pianifica l’assistenza per questa RSA è un emerito incompetente che agisce senza avere il contatto con la realtà: 56 pazienti con problemi sanitari affidati ad un solo OSS supportato da un ausiliario che hanno anche il compito e la responsabilità di valutare quando è necessario chiamare il medico, il quale poi per visitare il paziente, deve arrivare dalla Civica RSA S. Bartolomeo. Durante la notte a Gabbiolo non è operativo nessun infermiere. Credo che questa situazione non abbia bisogno di commenti e qualunque giustificazione è immorale.
Altro aspetto che rende anomala la Civica RSA di Gabbiolo è il fatto che, mentre il personale sanitario (infermieri) rispondere al direttore sanitario, quello preposto a svolgere l’assistenza (OSS e ausiliari) risponde all’educatore professionale (educatrice) che a sua volta risponde all’assistente sociale che non è presente e che svolge la sua attività al di fuori della struttura. Entrambe quest’ultime due figure con l’assistenza sanitaria poco ci azzeccano.
A prescindere dalla distinzione tecnica di classificazione della RSA di Gabbiolo è evidente che la tipologia degli ospiti ivi ricoverati richiede un impegno professionale adeguato nei numeri e nelle competenze, ciò che oggi manca.
Da questa premessa la domanda giunge spontanea e per questo il sottoscritto consigliere comunale interroga l’Assessore competente per sapere:
- se è a conoscenza delle criticità sopra esposte e da quanto tempo non si reca a fare visita a questa struttura visto che oltretutto dipende dal suo assessorato;
- se, messa di fronte all’evidenza, non consideri opportuno adeguare la professionalità e il numero del personale ai reali bisogni degli ospiti e questo anche nelle ore notturne;
- se non reputi opportuno e di buon senso riconoscere al personale infermieristico il coordinamento dell’assistenza sanitaria degli ospiti, tanto più che anche per la legge l’infermiere ne è il responsabile unico;
- se, dopo tanto negare o minimizzare il problema, non ritenga doveroso impegnarsi affinché la qualità del cibo dispensato sia consona ai bisogni reali degli ospiti e questo tutti i giorni.